6 band anni Ottanta che forse avete dimenticato

Gli anni Ottanta sono stati il cuore dell’eclettismo stilistico, tra hair metal, new wave e synth pop. Un universo frizzante dove le band più diverse si sono ritagliate uno spicchio di celebrità, anche se il tempo non è stato poi particolarmente clemente con loro. Voi le ricordate?

Gene Loves Jezebel 

All’inizio degli anni Ottanta, due fratelli britannici, Jay e Michael Aston, fondano i Gene Loves Jezebel, lasciandosi ispirare dal cantante rockabilly Gene Vincent e dalla sua canzone Jezebel. La loro band, nonostante non sia particolarmente esplosiva o avanguardista a livello tecnico, si pone come crocevia tra il dark punk/gothic rock e il synth pop che sta prendendo piede con i Duran Duran. Così, con uno stile figlio del glam rock, il gruppo accoglie l’estetica dell’hair metal, ma al tempo stesso abbraccia la scena underground, facendosi promotore di alcuni pezzi da discoteca, come Motion Of Love e Desire. E nonostante la voce di Jay Aston corra sullo stesso binario di quella di Bono Vox, i Gene Loves Jezebel si conquistano la loro fetta di pubblico.

Bow Wow Wow 

Basta osservare la copertina del loro secondo album dal nome chilometrico, ispirata a La Colazione Sull’Erba (1863) di Edouard Manet, per assaporare la follia creativa di questa band. Siamo nel 1980 e l’ex manager dei Sex Pistols, Malcolm McLaren, fonda un gruppo chiamato Bow Wow Wow, per onomatopea con l’abbaio del cane. E i giovani musicisti sono pronti ad abbaiare, con una giovanissima Annabella Lwin alla voce, che scardina la scelta originaria di Boy George. Ma il frontman del Culture Club accompagnerà sul palco più volte i Bow Wow Wow, anche se la loro breve carriera si chiude dopo tre anni, nel 1983. Lasciano però alla storia, tra le loro melodie pop rock dal tocco tribale, I Want Candy.

Vixen 

Il Minnesota del cult Fargo dei Fratelli Coen, dà i natali a una band tutta al femminile, capitanata dalla chitarrista e fondatrice Jan Kuehnemund. Loro sono le Vixen – traduzione di volpe femmina che si affermano con intraprendenza nello scenario hair metal, prettamente maschile. Non è quindi raro che vengano identificate come il contraltare femminile dei Bon Jovi, offuscandone quindi il talento. Ma le Vixen riescono ad aggiudicarsi ben due hit con il loro omonimo album di debutto, disco d’oro contenente Edge Of Broken Heart  e Crying. È un periodo d’oro per le quattro musiciste, che collaborano con Scorpions, Ozzy Osbourne, Billy Idol e Skid Row, ma dopo un po’ il loro nome diventa sempre più sporadico.

Age Of Chance 

Gli Age Of Chance vengono da Leeds, nel West Yorkshire e, durante la loro carriera musicale, dal 1983 al 1991, hanno scritto una svolta. Al soldo di tre album, i quattro pittoreschi musicisti sono stati tra i primi a introdurre la musica house nel rock, con un dj in formazione. Il loro stile all’epoca era pionieristico, forse troppo per essere apprezzato in una dimensione già satura di sound caleidoscopici. Ecco perché, nonostante la rivoluzionaria interpretazione di Kiss di Prince, in pochi ricorderanno questo gruppo. Tuttavia, il loro pastiche stilistico, tra punk, dance e hip hop ha inconsapevolmente tracciato una strada guida verso gli anni ’90.

Fine Young Cannibals

La particolarissima voce di Roland Gift incornicia un trio che sforna un successo alla fine degli anni Ottanta. È infatti il 1989 quando, sull’onda dell’heavy rotation di MTV, viene trasmesso il videoclip ipnotico di She Drives Me Crazy. Quest’ultima, accompagnata dall’indelebile riff di apertura, si è impressa per sempre nella memoria di chi ha vissuto quel momento. Ancora oggi vanta oltre 180 milioni di riproduzioni su Spotify, tenendo testa a pezzi come Good Thing e Johnny Come Home, che tutti avranno sentito almeno una volta. Ma anche nel caso dei Fine Young Cannibals la celebrità si consuma in fretta e si chiude con gli anni Ottanta.

The Replacements

Un’altra rock band made in Minnesota, ma tutta al maschile, è quella dei Replacements, molto noti al pubblico americano degli anni Ottanta, tanto da competere con i R.E.M. Sono giovanissimi – tra i 15 e i 20 anni – spavaldi e infusi di spirito alternative, tessono le fila di un sound ibrido, tra hardcore, punk, blues e pop e hanno una formazione musicale molto ricca. Sotto la guida di Tom Westerberg alla voce e Tommy Stinson al basso, la band occupa tutta la decade degli anni Ottanta, toccando il punto più alto con LET IT BE (1984).

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