A ogni rockstar la sua fobia: 5 casi celebri

Che si tratti di ragni, di stretti spazi chiusi o di un aereo in volo, neanche le rockstar sfuggono alle paure più comuni, temibili compagne di avventure nei momenti più inaspettati. Scopriamo da cosa sono terrorizzati questi 5 musicisti. 

David Bowie 

Per cinque anni, dal 1972 al 1977, Bowie non salì su un aereo. Una situazione complicata per una rockstar del suo calibro che, a metà degli anni Settanta, collezionava perle discografiche, da DIAMOND DOGS (1974) a YOUNG AMERICANS (1975), fino a STATION TO STATION (1976), centri propulsori di frequuenti tour. Tuttavia in quegli anni, un sogno premonitore lo allarmò sulla possibile morte in un incidente aereo e Bowie venne pervaso dall'aerofobia. La paura di volare è una delle fobie più diffuse, tanto da colpire metà della popolazione mondiale. Tra questa anche celebri firme del rock come Brian Wilson dei Beach Boys, a cui venivano crisi d'ansia e attacchi di panico e David Lee Roth dei Van Halen, che si freezava davanti all'impossibilità di gestire il controllo della situazione. Così anche Bowie, che preferiva viaggiare in treno o in nave. Celebre è il suo viaggio ferroviario lungo la Transiberiana nel 1973

Freddie Mercury

Per il frontman dei Queen, invece, la paura più pregnante era quella dei ragni. A dimostrarlo ci sono le memorie di Jim Hutton, compagno di Mercury conosciuto nel 1983 e autore dell'autobiografia I miei anni con Freddie Mercury (1994)Qui racconta di come il cantante amasse stare immerso nella vasca da bagno, ma non prima di aver controllato che nell'ambiente non ci fossero ragni. Se c'erano, era compito di Hutton liberarsene, ma senza ucciderli. Tale sensazione è condivisa da una larga fetta della popolazione, anche se sembra che solo il 3-7% degli aracnofobici sviluppi una vera fobia invalidante. Nei restanti casi si tratta di una paura accentuata da fattori irrazionali o naturalmente insiti nella natura evolutiva dell'uomo, che si manifestano in disgusto e ribrezzo nel vedere gli aracnidi più grandi di quello che sono. Sicuramente Mercury non avrebbe scelto come band gli Spiders From The Mars come il collega Bowie. 

Ozzy Osbourne 

Si potrebbe pensare che il Principe delle Tenebre sia immune a qualunque fobia. D'altronde, Osbourne ha dimostrato in più di un'occasione di accettare ogni tipo di sfida, anche le più rivoltanti. Tuttavia, l'abito non fa il monaco e Ozzy, forse per il suo pittoresco curriculum, ha molte più paure di altri colleghi. A partire da quella per i topi, come ha dichiarato in un'intervista al «The Guardian» del 26 maggio 2018

Ti dico di cosa ho paura... i topi. Hanno così tante malattie per le quali non abbiamo la cura. Inoltre, ho paura della guerra. Ero così contento di essere cresciuto dopo la guerra. Ora sembra che ci sia una guerra ogni fottuto giorno. Non è buono.

In aggiunta, il funereo cantante ha rivelato di essere ipocondriaco, con la costante paura di morire per qualche malattia. E neanche il dottore lo tranquillizza, dato che Osbourne, come da lui stesso detto, vuole essere sempre quello che ne sa di più. 

Dave Grohl 

Con il suo naturale umorismo, l'ex batterista dei Nirvana e frontman dei Foo Fighters ha più volte raccontato la sua più grande paura: gli spazi chiusi. In particolare la sua esperienza più terrificante è stata in Nuova Zelanda, quando è rimasto bloccato in un ascensore al 38esimo piano. Con lui aveva una bottiglia di vino come merchandising per la band e, nonostante fossero le 11 di mattina se l'è scolata...poco prima che l'ascensore ripartisse. Tuttavia, nonostante l'ilarità della situazione, la claustrofobia ha influito massicciamente sulla vita di Grohl, agendo anche sulla paura del volo, in parte bypassata con l'adozione di un grande jet privato per la band. Anche in questo caso si tratta di una fobia molto diffusa e caratterizzata dalla paura che lo spazio intorno si chiuda fino a schiacciarci, tanto che Grohl ha descritto come, in uno dei suoi sogni, sia passato dall'essere chiuso in ascensore al ritrovarsi in una tomba.

Ringo Starr

L'esperienza di Ringo Starr con gli ospedali è stata traumatica sin dall'infanzia. All'età di sei anni, il prodigioso batterista ha subito un intervento di rimozione dell'appendice, rimanendo successivamente in coma per qualche giorno a causa di un'infezione batterica. A 13 anni, invece, ha contratto la tubercolosi, con un ricovero che lo ha allontanato dalla scuola e dagli amici per due anni. Una panoramica molto triste per un bambino, che però in ospedale ha cominciato a suonare la batteria. Tuttavia, certi traumi non si scalfiscono con il tempo e Starr, colossale celebrità a contatto con migliaia di persone, si è confrontato nel tempo con la sua fobia dei germi. Perfettamente comprensibile, dunque, che Starr non stringa mai la mano alle persone, preferendo il saluto con il gomito, che in questi ultimi due anni abbiamo conosciuto bene. 

Francesca Brioschi

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