David Crosby, Stephen Stills & Graham Nash. Tre colossi del rock che, a fine anni Sessanta, intraprendono la strada del supergruppo, in un'esperienza breve ma fortemente rivoluzionaria che trova coronamento in DEJÀ VU (1970). Questo è il primo album che vede accostarsi una Y alla celebre firma CSN. Quella lettera appartiene a Neil Young, leone alla chitarra ritenuto all'inizio inavvicinabile per il suo protagonismo, che lo aveva portato a rompere con i Buffalo Springfield. Lì aveva conosciuto Stills, tanto da avere una buona parola per il suo ingresso nei CSN. Peccato che non tutti fossero d'accordo all'inizio. Fu l'insistenza del boss dell'Atlantic Records, Ahmet Ertegun e la convinzione di Nash dopo aver conosciuto Young, a portare a bordo il musicista.
All'epoca i CSN tenevano alto lo standard con due singoli di successo: Marrakesh Express e Suite: Judy Blue Eyes, quest'ultima dedicata da Crosby alla fidanzata Judy Collins. E tali brani figuravano nella scaletta che, il 16 agosto 1969, incorniciò il concerto dei Crosby, Stills, Nash & Young all'Auditorium Theatre di Chicago. Quella fu la primissima volta in cui Young condivise il palco con i colleghi, in una dimensione in cui i musicisti dovevano ancora conoscere professionalmente il nuovo arrivato e costruire l'equilibrio tra loro già consolidato. Tuttavia, una cosa è certa. L'arrivo di Young mosse le dinamiche interne, catalizzando la direzione degli eventi su di lui.
Come se, tra quei quattro moschettieri del rock, lui fosse indubbiamente D'Artagnan. E il manager del gruppo, Eliot Roberts, aveva già capito il gioco delle parti, affermando poi: "Non appena hanno iniziato a provare, era chiaro che Neil sarebbe stato al comando". Il suo carisma lo portò, dal suo ingresso a maggio fino ad agosto, a conquistarsi una posizione di merito nella rodata band. E come cifra di apertura per il debutto a Chicago, il gruppo si intascò 100.000 $, lasciando che a introdurre il concerto fosse l'elegante cantato di Joni Mitchell, compagna di Nash all'epoca.
Ma l'importanza di quella serata trovò immediato riscontro il giorno successivo, quando i CSNY, senza avere un'idea precisa di cosa fosse il Festival di Woodstock, furono convocati a Bethel, New York, per esibirsi l'ultimo giorno. Dalle tre alle quattro del mattino, i cavalieri del folk rock tennero vivo il pubblico con un concerto diviso in due parti e contenente la meravigliosa cover di Blackbird dei Beatles. Così non fu solo una data, ma ben due a consacrare il quartetto, con Young che venne descritto da Nash la prima volta come "un divertente figlio di puttana".
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