7 tra i più iconici assoli di armonica nel rock

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Il rock, nelle sue sfumature blues e funky, ha accolto con piacere il servizio dell'armonica, strumento unico per la sua narrazione vibrante, coinvolgente e malinconica. Scopriamo 7 brani valorizzati da questo tocco. 

Love Me Do, The Beatles

L’esordio dei Fab Four con PLEASE PLEASE ME (1963) si tinge dell’inedito tocco dell’armonica in Love Me Do. Questa celebre traccia si lascia guidare dall'armonica a bocca di John Lennon, rubata da un negozio ad Arnhem, nei Paesi Bassi. Una storiella divertente, che incornicia uno dei riff di armonica più riconoscibili, semplice nel suo motivetto intrecciato dalle immancabili sfumature blues. Nonostante non sia uno degli esempi migliori all’armonica, è una chicca iconica, seppur tra le controversie che lasciano trapelare una sovraincisione nella parte più difficile della melodia.  

Mr. Tambourine Man, Bob Dylan

Maestro folk, prodigioso cantautore e vibrante chitarrista, Bob Dylan ha sempre prediletto l’armonica, perla dei suoi live che manda in visibilio il pubblico. Questa impreziosisce molti suoi brani, tra cui Tangled Up In Blue, ma tra le sue canzoni più lodate troviamo l’intramontabile Mr. Tambourine Man, contenuta nel suo quinto album del 1965, BRINGING IT ALL BACK HOME. Indiscussa pietra miliare del rock, il brano porta con sé una storia curiosa. Sembra infatti che gli armonicisti americani impregnassero l’armonica con acqua o whisky per ammorbidire il legno. Niente di più sbagliato dato che lo strumento si può rovinare, tagliando le labbra.

Roadhouse Blues, The Doors

Per il loro quinto album in studio, MORRISON HOTEL (1970), i Doors scelgono un’armonica dal tocco funky blues per il brano Roadhouse Blues. Non essendo Morrison un musicista e avendo già Krieger, Manzarek e Densmore i loro fidati strumenti, viene chiamato un ospite d’eccezione a collaborare. Si tratta di John Sebastian dei Lovin’ Spoonful - contraltare americano anni Sessanta dei Beatles – figlio d’arte dell’omonimo John Sebastian che si è distinto tra i maestri dell’armonica classica.

Heart Of Gold, Neil Young

Quando Bob Dylan ascoltò per la prima volta questo pezzo, sentì la sua eredità tra le note di armonica di Neil Young. Siamo nel 1972 e il brillante cantautore firma il suo quarto album solista, HARVEST, guidato dalla title track e dal suo pezzo più celebre, Heart Of Gold. Quest’ultima è una ballad intimista, nata a Nashville e figlia di quel peculiare sound della West Coast. Interpretata anche da Johnny Cash, la canzone si avvale di un prezioso assolo di armonica in Mi minore, leggermente sporcato nella sua esecuzione, con quella venalità rude tipica di Young, ma affusolata su un’eleganza esecutiva.

School, Supertramp

Nel 1974, il progressive rock dei Supertramp forgia il loro terzo album in studio, CRIME OF THE CENTURY. A inaugurarlo, gli oltre cinque minuti di School, di cui i primi 45 secondi sono condotti dall’armonica del cantante Rick Davies, che lascia fluire una melodia in Re minore. Il suo andamento epico e suggestivo ricorda il timbro di C’era una volta il West di Ennio Morricone, in particolare il frammento intitolato Man With Harmonica. Sicuramente il produttore Ken Scott, già accanto a David Bowie e Beatles, sapeva il fatto suo.

The Promised Land, Bruce Springsteen

Sebbene sia citata anche la bellissima The River (1980) tra i migliori pezzi del Boss all’armonica, è in The Promised Land che divampa il travolgente sentimento di Bruce Springsteen allo strumento. Traccia di apertura del lato B di DARKNESS ON THE EDGE OF TOWN (1978), la canzone si propone come un inno di speranza, dove l’armonica incede sinuosa in una cornice tra la chitarra elettrica e il sax di Clarence Clemons. Il tutto avvolto dalla calda voce di Springsteen, che con questo titolo omaggia un classico di Chuck Berry.

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