Dal oggi in edicola «Le Grandi Glorie del Rock»!

Torna il 2 settembre in edicola e sul nostro store online il nuovo numero di «Grandi Glorie del Rock», dedicato ai Deep Purple.

Dall'editoriale di Fabio Cormio

In una recente intervista, il celebre virtuoso della chitarra Yngwie Malmsteen ci ha detto che secondo lui i Deep Purple sono una band blues. A quel geniale matto di Malmsteen, uno che da sempre unisce alla tecnica sensazionale un gusto per la provocazione tutto suo e molto rock, possiamo perdonare tutto.

Ma, appunto, di provocazione si tratta, visto che con il termine “blues” lo shredder scandinavo stava in qualche modo sminuendo le capacità creative e musicali di una delle band più significative di sempre. Perché, a meno che non riduciate la loro proposta musicale alla sola Smoke On The Water , i Deep Purple di certo non sono solo blues (né solo rock blues né solo hard rock, sebbene siano da molti indicati come i fondatori di questo genere), anzi sono proprio le loro intuizioni melodiche, le loro scelte mai banali a renderli tanto influenti.

Perché, come detto per i Black Sabbath sul precedente numero di Le Grandi Glorie del Rock, la statura di una band è misurabile anche dalla sua capacità di porre le basi per qualcosa di nuovo (quante grandi band heavy metal, dagli Iron Maiden in giù, devono molto ai Purple?).

Formatisi a Hertford, non lontano da Londra nel 1968, i Purple sono protagonisti della scena musicale fin da allora, ciò significa che stiamo parlando di uno dei gruppi più longevi di sempre che, di pari passo con i mille cambi di formazione, ha vissuto altrettante evoluzioni musicali e artistiche, non ha mai cessato di mettersi in discussione.

Se è vero che il meglio di sé, i Deep Purple, lo hanno dato in un passato ormai remoto, toccando probabilmente il loro picco nel periodo 1970-1973 con la formazione Mark II (Blackmore-Gillan-Glover-Lord-Paice), è pur vero che la band britannica ha prodotto buoni dischi anche in seguito, senza crollare come un castello di carte dopo l’uscita di Ritchie Blackmore (in realtà il tenebroso chitarrista si è staccato dai Deep Purple varie volte: oggi alla chitarra c’è lo straordinario Steve Morse) e resistendo anche alla dipartita di Jon Lord (oggi alle tastiere c’è Don Airey).

Dopo WHOOSH!, ventunesimo disco uscito nel 2020, certamente valorizzato dalla produzione a cura del grande Bob Ezrin, i Deep Purple sono ancora in pista: quale sarà la prossima invenzione?

Ci rivediamo in edicola a partire dal 26 Ottobre con il prossimo numero di Le Grandi Glorie del Rock, questa volta dedicato agli AC/DC.

Fabio Cormio

Classic Rock Italia

Classic Rock Staff

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Tags: deep purple

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