Con il loro rock psicologico chiaramente ispirato al jazz e a generi come il country, i Byrds raggiunsero sin da subito una discreta notorietà. Fu la loro cover di Mr. Tambourine Man di Bob Dylan, poi, a lanciarli nella stratosfera. Chiaramente inclini allo space rock, i Byrds non ebbero vita lunga. Il gruppo rimase insieme solo per nove anni, dal 1964 al 1973, ma quel periodo bastò per confermarli tra i principali protagonisti della rivoluzione sonica del rock della seconda metà del XX Secolo. In questa classifica, vi presentiamo alcune tra le migliori canzoni dei Byrds.
Il 1966 fu un anno d'oro per i Byrds. Dopo aver pubblicato la loro hit Eight Miles High, il gruppo si concentrò sul testo metafisico firmato da Roger McGuinn per creare Fifth Dimension, brano in cui le tastiere tessono arabeschi caleidoscopici, regalando all'ascoltatore attimi di pura estasi musicale.
Storia vuole che il già citato McGuinn e il bassista Chris Hillman abbiano voluto scrivere questo brano dopo aver assistito all'improvvisa conquista del successo da parte dei Monkees. Si tratta di una canzone, il cui testo si contraddistingue per il cinismo e il sarcasmo sfrenati. Gli stessi Byrds, però, in quel periodo stavano vivendo un momento particolarmente buio. Mentre il cantante Gene Clark aveva lasciato la band l'anno precedente, il batterista Michael Clarke avrebbe lasciato prima ancora che l'album successivo venisse ultimato. So You Want To Be A Rock 'n' Roll Star rappresenta, per molti, il punto di rottura definitivo della band.
Cantata da Gene Clark che, a dirla tutta, l'ha anche scritta, I'll Feell A Whole Lot Better uscì, inizialmente, come lato B di All I Really Want To Do. Nel corso degli anni, però, è stata rivalutata e oggi viene vista dagli appassionati come una delle migliori canzoni d'amore mai scritte dalla band. Ad accrescerne la notorietà, poi, la cover fatta da Tom Petty. Il fatto che non sia diventata un classico della musica è uno dei più grandi peccati di cui la storia del rock si sia mai macchiata.
Altro grande classico nella discografia dei Byrds, Eight Miles High è, probabilmente, la traccia più rivoluzionaria e complicata nel loro catalogo. Si ispira alle composizioni jazz di John Coltrane, mischiandole, poi, alle espressioni al sitar di Ravi Shankar. Insomma, Eight Miles High porta il rock verso nuove vette, fino ad allora inesplorate, insieme ad un testo enigmatico in grado di aprire l'ascoltatore a nuove prospettive.
Dopo aver colpito la stratosfera con la loro cover di Mr. Tambourine Man di Bob Dylan, i Byrds decisero di tornare immediatamente in studio per dare inizio alle sessioni d'incisione di un nuovo album. La traccia di punta del disco fu l'adattamento di un brano già scritto da Pete Seeger e, il cui testo, era composto esclusivamente da passi della Bibbia. Ancora una volta, a trainare la traccia è la chitarra a dodici corde, divenuta sin da subito un marchio di fabbrica del sound dei Byrds.
C’è un oggetto misterioso nella discografia di Daisy Lumini, un disco che c’è e che…
C'è ancora tanta strada da fare se ancora oggi le donne sono confinate in piccole…
AC/DC, Pearl Jam, Eagles... qualcuno è noto, qualche altro meno. Come sono nati i nomi…
È uscito il nuovo numero di PROG! In copertina i leggendari Marillion, e poi articoli…
Una band entra nel mito quando riesce a catturare il cuore dei suoi fan anche…
Ecco tutte le informazioni di cui hai bisogno per assistere ai musical più pazzeschi di…
This website uses cookies.