AC/DC: la fine?

Angus Young Foto di Robert Alford
Angus Young Foto di Robert Alford

Axl Rose frontman degli AC/DC? Brian Johnson ‘cacciato a calci’? Che diavolo stava succedendo nel più grande gruppo rock’n’roll del mondo?

Testo: Paul Brannigan

Nel 1980, Angus Young diceva: “Andiamo in scena e facciamo rock. Se l’amplificatore salta o la chitarra si rompe, la butti via e ne prendi un’altra. Abbiamo sempre fatto così”. Da allora, è passata una vita e gli ultimi due anni hanno visto questo famoso, quasi eroico senso di dedizione messo alla prova come mai prima d’ora: nell’aprile 2014 fu annunciato che Malcolm Young si “prendeva una pausa” dal gruppo che aveva fondato nel 1973 assieme al fratello minore Angus. Cinque mesi dopo fu rivelato che Malcolm soffriva di demenza senile e non sarebbe più tornato a suonare.

Mentre i fan ancora elaboravano questa notizia, a novembre ne arrivò un’altra ancora più incredibile: il batterista Phil Rudd era stato arrestato con l’accusa di possesso di droga e “tentativo di commissionare un omicidio”. Benché la seconda accusa sia stata poi ridotta a semplice “minaccia di omicidio” (nei confronti di un suo giovane assistente), nel luglio 2015 Rudd fu condannato da un giudice neozelandese a otto mesi di arresti domiciliari, sancendo di fatto la sua uscita di scena. Infine, il 7 marzo 2016 è scoppiata la notizia bomba: il 68enne cantante Brian Johnson aveva avuto ordine dai medici di interrompere immediatamente il tour, pena la perdita totale dell’udito, costringendo il gruppo a cancellare 10 date nelle arene USA e mettendo in dubbio il futuro stesso degli AC/DC.

Il limite è il cielo: Brian Johnson e Angus Young nel pieno del tour di BACK IN BLACK. Foto di Ross Halfin.
Foto di Ross Halfin

Anche tenendo conto dell’urgenza con cui quest’annuncio doveva essere  comunicato – gli AC/DC erano attesi alla Philips Arena di Atlanta il giorno successivo, l’8 marzo, – il comunicato apparso sul sito acdc.com il 7 marzo con la promessa che il tour sarebbe stato ripreso più avanti nel corso dell’anno “probabilmente con un cantante ospite” sembrò freddo e maleducato. La sensazione è divenuta assai più concreta la settimana dopo, quando nel corso di una puntata del suo podcast The Metal in Me, il comico USA Jim Breuer – ottimo amico di Johnson – ha suggerito che il cantante aveva l’impressione di essere stato ‘preso a calci nelle palle’ da Angus Young, dopo 36 anni passati come frontman del gruppo.

Foto di Robert Alford. Angus fa la trottola in Ohio, agosto 1980.
Foto di Robert Alford. Angus fa la trottola in Ohio, agosto 1980.

Dopo aver visitato il cantante nella sua casa in Florida, Breuer ha dichiarato che il cantante era “molto depresso” e anche deluso dal fatto che quella dichiarazione fosse stata fatta senza il suo permesso, soprattutto visto che un secondo esame medico della situazione aveva concluso che il danno potenziale all’udito era meno grave di quanto il primo esame avesse fatto ritenere. Secondo Breuer, nessuno si era preso la briga di chiamare Johnson per sapere come stesse, e il guardaroba da tour e tutti i suoi effetti personali gli erano stati recapitati nel parcheggio di casa, senza nemmeno avvisarlo. Quando questa storia è diventata virale, provocando l’ira tra i fan degli AC/DC, Breuer ha cercato di smorzare i toni, si è dichiarato “mortificato” per “l’invasione della privacy” provocata dai suoi commenti e si è scusato per aver diffuso e amplificato il succo di quella che era una “conversazione privata e personale”. Il furore suscitato dai commenti di Breuer passò poi in secondo piano, spazzato via della notizia che Axl Rose dei Guns N’ Roses avrebbe sostituito Johnson nei successivi impegni live degli AC/DC.

Foto via: www.niagara-gazette.com/news/night_and_day/axl-rose-voiced-ac-dc-rocks-buffalo/article_b01a6e20-78f5-11e6-b51f-5b131b9d0f56.html

È un dato di fatto che Rose sia stato per molto tempo un fan degli AC/DC: nel 1987 i Guns pubblicarono la cover di Whole Lotta Rosie sul lato B del singolo Welcome To The Jungle, e dal 2011 il gruppo aveva suonato la classica Riff Raff [da POWERAGE, ndr] ben 41 volte in concerto. Eppure, la prospettiva di vedere Axl prendere il posto di Brian Johnson aveva provocato tra i fan duri e puri reazioni che andavano dallo scetticismo al risentito disgusto. Forse per la prima volta nella maggioranza dei fan AC/DC si era fatta strada l’idea che invece di far fare provini a Rose o ad altre migliori alternative (Angry Anderson, Jimmy Barnes e altri ancora), Angus Young avrebbe fatto semplicemente meglio a far calare il sipario su un gruppo che non doveva più dimostrare nulla.

Mentre mettevamo assieme questo tributo al gruppo, nessuno rispose alle sollecitazioni riguardo il futuro degli AC/DC. Le domande poste furono ignorate. A maggior ragione dato il momento molto delicato per il gruppo, che vedeva messo in questione il proprio futuro per la prima volta dalla morte di Bon Scott nel febbraio del 1980. Ma è importante ricordare che stavamo anche parlando di uno dei maggiori business dell’industria musicale: il tour mondiale degli AC/DC a supporto di BLACK ICE durò due anni ed fu il secondo tour di maggior successo di sempre, con un incasso lordo di 441.6 milioni di dollari, e quasi 5 milioni di biglietti venduti. Nel 2015, la prima parte del tour Rock or Bust aveva visto il gruppo vendere più biglietti di qualsiasi altro gruppo o artista al mondo: 2.310.061 biglietti per 54 show, con un incasso lordo di 180 milioni di dollari. In aggiunta alle 10 date USA, ce ne erano altre 12 in Europa che dovevano ancora essere rimesse in calendario. Non serviva una calcolatrice per rendersi conto che qualsiasi decisione avrebbe mosso una quantità enorme di denaro.

Ma forse non si trattava di soldi, o dell’eredità da lasciare ai posteri, o del fatto di dare il via a un’altra fase della già eccezionale carriera degli AC/DC. Forse era piuttosto una questione di orgoglio personale da parte di un gruppo che era sempre stato un esempio di abnegazione e affidabilità. Per Brian Johnson sembrava arrivato il capolinea. Ma per gli AC/DC? Solo Angus Young lo sapeva. E, ai tempi, il piccoletto silenzioso, autore di alcuni dei riff più potenti del rock, taceva.

Questo articolo è tratto dall'ultimo numero di «Grandi Glorie del Rock», disponibile in tutte le edicole e sul nostro store online!

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