Da domani in libreria “Dentro Un viaggio senza vento” di Federico Scarioni e Omar Pedrini

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Dal 17 novembre la collana «Chinaski» di Castello editore, diretta da Federico Traversa e dedicata al racconto dei grandi della musica contemporanea, si arricchisce di un nuovo prezioso gioiello.

Primo titolo del suo genere a entrare nel catalogo dell’editore, DENTRO UN VIAGGIO SENZA VENTO (Il Castello, pp.118, € 20,00) è un formidabile concert book che conduce nuovi e vecchi fan dei Timoria alla scoperta dell’album Viaggio senza vento.

Il disco, pubblicato nel 1993, è divenuto in breve tempo disco d’oro, dando una grande iniezione di fiducia al movimento indie rock italiano degli anni ’90. Venticinque anni dopo, ristampato dalla Universal, entra immediatamente nella top ten della classifica, in vinile e in cd.

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In questo libro, Omar Pedrini, coadiuvato dalla penna esperta di Federico Scarioni, che già lo aveva accompagnato nell’avventura di “Cane sciolto” (Chinaski edizioni, 2017), ripercorre le emozioni e gli avvenimenti che hanno ispirato la nascita delle canzoni del quarto album in studio dei Timoria, fra aneddoti, ricordi e la voglia di emozionare ed emozionarsi.

Ne abbiamo parlato con Omar Pedrini in «Classic Rock» n.104, accompagnando all'articolo una videointervista da non perdere.

Ambientato durante la data milanese che ha chiuso il tour trionfale del 2019, accompagnato da un bellissimo diario fotografico firmato da Davide Sampieri e da una storia nella storia a fumetti illustrata da Andrea Manfredini, DENTRO UN VIAGGIO SENZA VENTO è uno straordinario percorso di scoperta di un disco e di un artista di riferimento del rock italiano.

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E pensare che venticinque anni prima il Viaggio senza vento aveva scalato, come oggi, le classifiche, raggiungendo il traguardo del disco d’oro. Il primo album della “seconda ondata” rock italiana, quella degli anni ’90, […] Un disco che ha dato speranze e fiducia a quelle band che in Italia si ostinavano a cantare il rock nella nostra lingua.

I Timoria negli anni ’90 sono stati in questo senso dei precursori e hanno aperto la strada a una nuova stagione di rock italiano, ripercorrendo il beat e il sentimento di vent’anni prima, quando il progressive rock cantato in italiano degli anni ’70 aveva spalancato la strada verso nuove frontiere. Oggi Omar quella strada la sta ancora battendo, con la polvere del rock sotto gli stivali che sale nella gola, il sangue sulle mani dopo un assolo, il sacrificio sotto e sopra il palco, l’arte che brucia nelle vene.

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