10 album punk rock newyorkesi da avere assolutamente

Ramones

La seconda metà degli anni '70 si contraddistinse per la svolta punk di molti gruppi e artisti. Decisamente diverso nello stile da quello britannico, il punk newyorkese si pose come genere di punta della realtà musicale statunitense di quel periodo. 

Il punk inglese gettava le radici in un'idiosincrasia spiccata per gli atti del passato. Jimi Hendrix, Pink Floyd e i movimenti culturali che essi rappresentavano furono prontamente rinnegati, in favore di un sound aggressivo, energico e a tratti conflittuale, specie sul fronte lirico ed ideologico.

A New York, intanto, le cose andavano diversamente. Le band punk americane si ispiravano a Miles Davis, Frank Zappa, agli Yardbirds, ai Kinks e agli Stooges, pur non mancando in ferocia musicale e songwriting taglienti. Esempi lampanti del movimento punk newyorkese furono i Ramones, i New York Dolls e Patti Smith, tra gli altri. In questa classifica, vi presentiamo alcuni album punk newyorkesi assolutamente immancabili nella collezione di un appassionato. 

The Ramones - ROCKET TO RUSSIA 

Semplice e d'impatto, come la stragrande maggioranza delle produzioni dei Ramones. L'approccio puramente pop della band, gli permise di aspirare alla stratosfera e, ad oggi, è grazie a opere come ROCKET TO RUSSIA, con una tracklist particolarmente catchy, che i Ramones sono considerati icone assolute del rock. 

New York Dolls - NEW YORK DOLLS

Irriverente, oltraggioso e completamente fuori dagli schemi. Con il loro selftitled, i New York Dolls furono finalmente capaci di scrollarsi di dosso l'appellativo di copie dei Rolling Stones. Arrivarono cinque anni prima dei Sex Pistols, con grandi riff e testi dall'elevatissimo mordente, in grado di scioccare gli ascoltatori fino all'ultimo secondo. 

Television - MARQUEE MOON 

MARQUE MOON è una pietra miliare assoluta del punk newyorkese, un disco le cui influenze sono arrivate fino ai giorni nostri, ispirando alcuni dei più grandi gruppi del rock contemporaneo, dagli Strokes ai Franz Ferdinand. Assoli virtuosi, commistioni jazz e punk selvaggio. Sono questi i baluardi di un disco straordinario come MARQUEE MOON. 

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Patti Smith - HORSES 

HORSES è un disco talmente d'impatto da essere entrato nell'immaginario collettivo anche dei meno avvezzi. L'album è la dimora di testi poetici, tripudi bohemien, chitarre ruggenti e forte nichilismo. Un disco da non perdere assolutamente. 

Blondie - PARALLEL LINES 

Blondie portò il punk newyorkese in una vetrina internazionale. Successi come One Way Or Another destarono il disappunto dei puristi, per i quali il punk sarebbe dovuta rimanere una corrente contro-culturale di nicchia. L'approccio catchy della band, però, non lasciò scampo al genere che, ben presto, trovò milioni di appassionati in giro per il globo. 

The Dictators - GO GIRL CRAZY! 

Parliamo di un disco, il cui lascito è inestimabile. Senza i Dictators non sarebbero mai esistiti i Ramones. Il loro sound, frutto dell'unione tra punk più crudo e rock n'roll vecchia scuola, unito al carisma smisurato del frontman Dick Manitoba, rese i Dictators dei pionieri assoluti del genere. 

Dead Boys - YOUNG LOUD AND SNOTTY 

I Dead Boys avevano tutte le carte in regola per diventare i principali protagonisti della scena punk newyorkese e per essere ricordati come dei pionieri assoluti del genere. Eppure, nel corso della loro carriera, ad un certo punto, qualcosa andò storto. La testimonianza della qualità della band è proprio YOUNG LOUD AND SNOTTY, aggressivo, crudo e travolgente come poche altre opere. 

Heartbreakers - L.A.M.F. - THE LOST 77 MIXES 

Una versione rivisitata nel 2003 del disco, a cura della Jungle Records, portò questa collezione di brani basati, quasi completamente, sull'esplorazione della dipendenza da stupefacenti, ad uno stato qualitativo sensazionale, diametralmente opposto alle versioni originali delle canzoni e al primo mix curato da Johnny Thunders

Richard Hell & The Voidoids - BLANK GENERATION 

Artisti come John Lydon si scagliarono contro Richard Hell, affermando senza remore alcuna che non avesse nulla a che vedere con il punk. Nonostante la sua vita l'abbia allontanato ben presto dal genere, spingendolo ad esplorare diverse sfumature del suo spettro artistico, non necessariamente legate alla musica, è innegabile che brani come la title track del disco in oggetto abbiano profondamente segnato la storia del punk. 

Suicide - SUICIDE (RED STAR) 

Impossibile non citare in questa sede, i traditori del punk newyorkese. I Suicide rinnegarono la classica formazione chitarra-basso-batteria, in favore di una lineup composta da voce, tastiera e drum machine. Alan Vega e Martin Rev scomposero, distruggendo dalle radici, gli elementi di base del rock n'roll, in favore di un sound nuovo, ma comunque prorompente. 

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