Le nostre 5 storie preferite su Meat Loaf

Dai primi giorni di scintillante carriera alle sue performance recenti più memorabili. Meat Loaf era uno showman nato e, per questo, mancherà a molti. 

La morte di Meat Loaf è stata un fulmine a ciel sereno per il panorama musicale e non solo. I messaggi di cordoglio dopo il decesso dell'artista hanno invaso le bacheche delle personalità più in vista dello showbusiness internazionale. Amici e colleghi hanno ricordato il cantante con grande affetto, attraverso aneddoti divertenti, conditi con amara nostalgia. Di seguito, elenchiamo alcune tra le migliori storie che vedono Meat Loaf protagonista. 

Il suo rapporto con la fama 

A dispetto della sua immensa personalità, la fama non è mai stata la prerogativa di Meat Loaf. Intervistato nel 2011, il cantante si espresse in questo modo riguardo il suo status: "Non mi sono mai sentito legato alle mode, né tanto meno allo status di star. La cosa mi causò dei crolli nervosi quando cominciarono a pubblicizzarmi come "astro nascente". Continuavo a dire agli esecutivi della Epic Records di non aggiungere la parola "star" nelle pubblicità. Termini come "artista" o "performer" andavano bene. Tutto meno che "star", non ho mai fatto musica per questo"

Quando salvò un cucciolo 

Nel 2015, alla crew di Meat Loaf on the road si aggiunse una new entry. Uno dei membri dello staff notò un cucciolo abbandonato nella spazzatura vicino al luogo in cui la band stava provando per uno show in New Mexico. Dopo averla salvata e portata da un veterinario per un controllo, la cagnolina divenne la mascotte ufficiale del team di Meat Loaf. 

La storia del suo nome d'arte 

Nato Marvin Lee Aday a Dallas, il suo nome d'arte arrivò in prima infanzia. Suo padre, un ufficiale di polizia, disse al piccolo che somigliasse a della carne. Da bambino, poi, Lee veniva spesso schernito dai compagni per la sua stazza. Da allora, tutti cominciarono a chiamarlo Meat Loaf. Nel 1984, poi, l'artista cambiò legalmente il suo nome da Marvin a Michael

Coach di softball 

Nel 1991, Meat Loaf si offrì di allenare la squadra di softball studentesco del figlio, al tempo teenager. L'artista si guadagnò il titolo di "coach Meat" e, pur non conoscendo le basi del gioco, fu accolto con calore da genitori, figli ed insegnanti. Lee volle tenere fuori dal campo la sua attitudine da rocker, pur non mancando di spirito di squadra, grinta e, di tanto in tanto, esibizioni non programmate post-partita. 

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