Si sa ben poco sulle cause della morte e gli ultimi giorni di vita di Quorthon. Fu un fulmine a ciel sereno. Aveva solo 38 anni, il musicista, quando fu stroncato da un misterioso collasso cardiaco. Nessuno avrebbe potuto prevedere la scomparsa del fondatore dei Bathory, la band che accese la scintilla per due sottogeneri, oggi, fondamentali per la scena metal: il black ed il viking. Nel 2004, comunque, il progetto dell'artista ricopriva un ruolo marginale sul panorama di quel periodo. Ciò nonostante, la comunità metal aveva avuto modo di apprezzarlo negli anni, specie grazie all'ultimo album, del 1991, TWILIGHT OF THE GODS. Parte della sua enigmatica attitudine, il rifiuto totale per le performance dal vivo e per le sessioni fotografiche, senza neanche citare le interviste.
Quorthon viene, oggi, annoverato tra le figure più influenti della storia del metal, nonostante ben pochi, fuori dalla scena di riferimento, riconoscano il suo importante lascito. Il ritratto disegnato dagli amici e compagni di band dell'artista è particolarmente inusuale, specie guardando alla sua adolescenza. Un diciassettenne misantropo, dallo stile singolare, focalizzato sulla sua musica. Fu amante di Beatles e Kiss, dall'intelligenza disarmante e l'ironia tagliente.
La sua inventiva non conosceva limiti. Era capace di inventare miti appassionanti, circondati da fitti aloni di pathos e mistero: una formula vincente per il genere che Quorthon avrebbe, praticamente, inventato. I Bathory debuttarono come trio nel 1984, con un disco omonimo che impiegò solo 36 ore d'incisione, con un budget ristrettissimo. Un album particolarmente crudo, talvolta tanto diretto da risultare agghiacciante che funse da apripista per una nuova corrente metal, specie nei paesi scandinavi. Paradossalmente, Quorthon non avrebbe mai apprezzato la scena norvegese.
I Bathory divennero un cult quasi da subito. Bastarono pochi anni alla band per diventare fonte d'ispirazione per una moltitudine di atti metal in crescita. All'alba degli anni '90, però, Quorthon decise di dare una svolta a quel sound che il suo gruppo aveva trovato sin dagli inizi, rilasciando materiale tendente alle sponde più thrash del genere. Intervistato nel 1995 da Descent, l'artista fornì una visione profetica del destino del suo progetto, affermando che, i Bathroy, sarebbero stati dimenticati nei 10 anni successivi. Nel 2004, la morte di Forsberg non fu commemorata dai media dedicati, né la sua band citata negli anni successivi. Eppure, l'impronta dei Bathory sul metal contemporaneo rimane profonda ed estesa.
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