Il playing di Ringo Starr è fonte di discorsi particolarmente divisivi. Per lungo tempo, anche i fan più accaniti dei Beatles ne hanno criticato lo stile dietro le pelli, salvo poi rivalutarlo negli anni, arrivando a considerarlo come un approccio capace di influenzare intere generazioni d'artisti. Il sound di Ringo è qualcosa di inimitabile, venendo apprezzato da batteristi di primo pelo come Dave Grohl, che considera l'ex Beatle il miglior batterista al mondo. Ma qual è la storia di Ringo Starr con la batteria?
Ringo Starr non ebbe lo strumento fino al 1957, anno in cui il giovane diciassettenne ricevette un set di seconda mano come regalo di Natale. Fu immediatamente folgorato dal suo fascino, avendone già avuto un assaggio nel '53 quando, malato di tubercolosi, fu costretto in ospedale, dove ebbe modo di imparare a conoscere il mondo delle percussioni.
Anni dopo, Starr avrebbe ricordato i suoi inizi in questo modo:
Ero nella band dell'ospedale. Fu lì che cominciai davvero a suonare. Non avrei mai voluto nient'altro da allora. I miei nonni mi regalarono un mandolino ed un banjo, ma non li volevo. Poi, un'armonica ed un piano, ma niente. Solo la batteria.
Una volta ricevuto il suo personalissimo set, Ringo dedicò ogni momento del suo tempo libero a perfezionare la sua tecnica. L'artista ricordò, intervistato da NME, il primo brano da lui imparato alle pelli: Rock Island Line di Lonnie Donegan.
L'artista fu, in realtà, una fonte d'ispirazione anche per gli altri membri dei Beatles, da Paul McCartney che lo vide in concerto nel 1956, fino a George Harrison. Per quanto riguarda Ringo, egli ricordò il suo ingresso nel mondo della musica inglese in questo modo: "
Ero davvero fortunato quando iniziai. Se avevi uno strumento, eri nella band. Lavoravo nella stessa fabbrica di Eddie Clayton, che suonava la chitarra. Suonavamo insieme in cantina. Avevo un rullante con me, il mio migliore amico Roy Chaplin suonava il contrabbasso e facevamo lo skiffle. Ci esibivamo ai matrimoni per la birra gratis.
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