Quando ADRENALIZE dei Def Leppard segnò la fine di un’era

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L’ultimo ruggito del glam metal alle scene che, fino a pochi anni prima, aveva dominato. ADRENALIZE sancì la fine di quei suoni e di quelle atmosfere edulcorate, ormai spazzate via dall’oscurità delle grida giovanili del grunge.

Passarono 5 anni dalla loro ultima produzione. I Def Leppard rilasciarono HYSTERIA nel 1987 e, durante la loro assenza, molte cose cambiarono, fuori e dentro la band, ridimensionando completamente la loro ottica; su tutto, la morte del chitarrista Steve Clark, la caduta nel tunnel delle dipendenze e, ovviamente, l’avvento travolgente del grunge a rivoluzionare completamente il panorama musicale che avevano lasciato. ADRENALIZE fu un lavoro nostalgico, l’ultimo colpo di coda di una band che necessitava di un drastico cambiamento, un tuffo nell’ignoto dopo troppi anni di assenza.

L’essenza oggettificata di ADRENALIZE

Conservatorismo, ruoli di genere e maschilismo furono i baluardi della stragrande maggioranza dei brani presenti nel disco. Make Love Like A Man e Let’s Get Rocked ne sono l’esempio lampante. I Def Leppard credevano di non avere nulla da dimostrare con questa release, che nulla fosse cambiato per loro, ma il risultato delle loro convinzioni li condusse verso il baratro. Arcaico e scandaloso in maniera imbarazzante nei temi, ADRENALIZE si presentò obsoleto anche nei suoni, con la scena di riferimento ormai ripulita dagli esercizi virtuosi eruditi tipici degli anni ’80.

In ogni caso, ADRENALIZE fu scritto in un contesto delicato. La morte di Steve Clark portò i membri del gruppo a riflettere, dedicando una vetrina a brani più solenni come White Lightning, tributo all’amico e collega scomparso e Tear It Down, con il suo riff in stile AC/DC a dir poco fulmineo. Insomma, ADRENALIZE si rivelò un disastro, fatto salvo di poche performance strumentali da togliere il fiato, come il solo di batteria in I Wanna Touch You. L’album servì ai Def Leppard e al resto delle band che avevano dominato le top internazionali negli anni ’80 come monito a trovare una svolta nel proprio sound per non scivolare nel dimenticatoio.

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