Rivoluziona la scena mainstream contemporanea, l'ultima fatica discografica dell'ex Oasis. Un lavoro maturo, deciso e che centra perfettamente l'obiettivo designato dell'artista di Manchester. In C'MON YOU KNOW, Liam Gallagher dimostra di aver trovato una sua identità artistica, profondamente personale, che strizza l'occhio ai fasti del brit-pop, alla beat generation e al sound particolarmente evocativo di uno dei più grandi artisti che abbiano mai camminato su questo pianeta: John Lennon.
Ad un primo ascolto, sembrerebbe che Gallagher sia finito ad incontrarsi al crocicchio col Demonio per scambiare il sound più catchy mai ascoltato da molto tempo a questa parte con la sua anima astiosa. Al di là dell'esoterismo che ha affascinato intere generazioni di ascoltatori, appassionandoli alla musica del passato, però, è chiaro che Gallagher abbia deciso di giocare d'astuzia per questo disco, sviluppando un sound coinvolgente: un lavoro per tutti, senza troppe pretese, le cui canzoni risultano perfette da intonare tra una birra e l'altra in un pub tra amici. Una formula all'inglese, insomma, che più di una volta si è rivelata efficace.
Questo, è l'anno di Liam Gallagher. Con due date sold out a Knebworth ed un disco già spinto in vetta alle classifiche internazionali, grazie ad un tagliente sarcasmo e sonorità adatte anche ai meno avvezzi che lo attestano. Comunque sia, C'MON YOU KNOW non va visto solo come un prodotto nato strategicamente per scalare le classifiche. Nel disco, traspare profondamente tutto il desiderio di rivalsa dell'artista nei confronti dei suoi detrattori: una furia inarrestabile che sfocia nella ritrovata passione per la musica.
Forse, l'ingrediente segreto del successo del disco risiede proprio nell'avvenuta catarsi di Gallagher, finalmente libero dal rancore che teneva il suo estro incatenato ed in grado di far esprimere la sua musica a pieno. In C'MON YOU KNOW abbiamo tutto: c'è il rock, quello più spinto che ammicca ai giganti dell'heavy dei primi anni, il pop inglese alla Beatles, l'elettricità tipica degli Stones e l'attitudine sprezzante che ha reso grandi gli Oasis. Un disco assolutamente consigliato, soprattutto per rivalutare un artista passato troppo spesso in secondo piano negli anni passati.
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