La band promosse il disco dal vivo adoperando una strumentazione mastodontica. Solo Keith Emerson sfoggiava ben 13 tastiere, tra cui un prototipo del rivoluzionario impianto Moog. La band rappresentò l'eccesso, l'esagerazione e lo sperpero sul palco, mostrandosi trionfale e virtuosa come mai prima.
L'album avrebbe dovuto ricevere un artwork di Salvador Dalì, ma dato il costo esoso che, questo, avrebbe comportato, la band decise di agire d'astuzia almeno sotto un punto di vista, investendo la cifra a cinque zeri nella realizzazione del disco, a tutt'oggi considerato il più complicato della band.
Una tracklist ricca di capolavori, in cui hanno la possibilità di brillare piccole gemme come From The Beginning, particolarmente introspettiva. Gli ELP unirono il loro stile alla musica classica, creando tracce eclettiche e sorprendentemente d'impatto. TRILOGY fu un disco sperimentale a causa dell'ammontare di tecnologie innovative che il gruppo utilizzò in studio come il multi-traccia.
Non solo, TRILOGY fu un album dalle ampie vedute, in cui la band arrivò ad utilizzare strumenti singolari come lo zurna tunisino. Il risultato finale fu un manifesto del prog. L'album definitivo della band, considerato oggi un pezzo di storia della musica inestimabile.
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