Uno degli aspetti unici dei Queen era la loro capacità di suonare ciò che volessero senza mai snaturarsi. Da epiche hard rock a piccole gemme del pop, fino ad arrivare a serrati esercizi funk, struggenti ballate e divertenti jam jazz. Insomma, il ventaglio musicale del gruppo non conosceva confini, arrivando ad estendere la loro influenza ben oltre i confini dei generi da loro prediletti. Non a caso, moltissimi artisti metal hanno osservato meravigliosi tributi alla band di Freddie Mercury e, nelle prossime righe, scopriamo i migliori.
Procede a ritmo serrato, il classico dei Queen da SHEER HEART ATTACK che, nelle mani delle leggende del thrash metal che lo eseguirono durante il live tributo a Freddie Mercury del 1992, lo sporcarono dannatamente, costruendo muri del suono fragorosi.
La Prova Regina dell'amore dei thrasher per la band. I Testament reinterpretarono Dragon Attack con una cover inserita nel loro album del 2012 DARK ROOTS OF EARTH, portando le atmosfere disco della traccia in una nuova dimensione più caotica.
Un brano avvolgente, perfetto per gli scenari più intimi. Trent Reznor lo trasformò magistralmente in un inno electro-goth decadente.
Il disco di debutto dei Queen viene anche considerato il più heavy nella loro discografia. Nel 2018, i Corrosion Of Conformity regalarono ai fan un arrangiamento del tutto personale di uno dei brani estratti dal disco.
Il manifesto pacifista dei Queen contro le minacce della Guerra Fredda, trasformato provocatoriamente dagli sloveni Laibach in un inno totalitario in tedesco, dai tratti terrificanti.
La celeberrima metal band ha colto il potenziale progressive della canzone e l'ha trasformata dalle basi.
Ogni power metal band si ispira, almeno minimamente, ai Queen, se non altro in termini di grandiosità. Certi di ciò, i Blind Guardian omaggiarono il gruppo con una reinterpretazione solenne e rispettosa del brano scritto nel '77 da John Deacon.
Riarrangiata in 8-bit, la traccia ha visto Buzz Osborne passare il microfono a Caleb Benjamin. Al di là della sua connotazione ironica, questa cover ha rappresentato una innocente dichiarazione d'amore da parte del frontman del gruppo ad una delle band che lo hanno maggiormente ispirato.
Una versione magnifica, in cui la tensione elettrica si erge in crescendo fino a folgorare l'ascoltatore.
Caotica, atonale, deliberatamente orribile, questa cover dissacra la perfezione con cui Freddie Mercury concepì la traccia, pur trovando il benestare di Brian May che decise, per l'occasione, di sedere al banco di produzione per mostrare che anche il loro capolavoro, divenuto eccessivamente inflazionato in determinati periodi, potesse essere preso meno sul serio.
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