Top 10 brani di Jeff Porcaro senza i TOTO

jeff porcaro
Knieps Oliver – Opera propria CC BY-SA 4.0

Divenuto iconico per il suo lavoro nei TOTO, Jeff Porcaro iniziò la sua ascesa dietro le pelli sin da giovanissimo, militando nella band di Sonny & Cher da teenager. Vediamo, quindi, i migliori contributi dell'artista al di fuori della leggendaria band di Hold The Line.


Un artista straordinario che ha impreziosito le composizioni di alcuni tra i musicisti di spicco del panorama rock e non solo. Il lascito del compianto Jeff Porcaro è inestimabile e non si riflette soltanto sull'opera dei TOTO, come vedremo. A tutt'oggi, la scena musicale rimpiange la perdita di una mente brillante, un genio assoluto che ha avuto modo di collaborare con mostri sacri della musica contemporanea. Senza perderci in ulteriori indugi, scopriamo i migliori brani di Jeff Porcaro fuori dai TOTO.

Bruce Springsteen - Human Touch 

Non un periodo celebratissimo del Boss, ma una testimonianza importante del lavoro di Porcaro. Collaborò con il bassista dei Journey, Randy Jackson, per una traccia stupefacente, nonché l'ultima da lui incisa prima di morire, nel 1992.

Jackson Browne - The Pretender 

Spinge la traccia con leggiadria e controllo, navigando con grande consapevolezza tra le pause che rendono il brano unicamente deciso. Il feel di The Pretender è sconfinato e sognante, soprattutto grazie ai groove firmati da Porcaro.

Donald Fagen - I.g.y. (What A Beautiful World) 

Atmosfere vintage, quelle del primo lavoro da solista di Fagen, a cui Jeff si adeguò alla perfezione con una sezione ritmica magistralmente amalgamata, ma al contempo profondamente personale.

Warren Zevon - Nighttime In The Switching Yard 

Il contributo di Jeff Porcaro trasformò una sessione d'incisione ordinaria in una frenetica clinic funk.

Dire Straits - Calling Elvis 

Si unisce con complicità ai sussurri di Mark Knopfler, la batteria di Porcaro, per poi accendere una miccia di serrata adrenalina. Jeff non perde un colpo in un brano assolutamente letale che avrebbe estenuato qualsiasi altro batterista.

Don Henley - Dirty Laundry 

Dopo il suo allontanamento dagli Eagles, Henley volle espandere i suoi orizzonti musicali, coinvolgendo l'uso di strumenti elettronici (di tendenza negli anni '80) e, ovviamente, uno dei migliori batteristi sulla piazza.

Michael Jackson - Beat It 

Passata alla storia per il solo bruciante di Eddie Van Halen, a rendere ancor più esplosiva la traccia furono il contributo di Steve Lukather alla chitarra ritmica e al basso, di Steve Porcaro ai sintetizzatori e di Greg Phillinganes al Rhodes, oltre alla batteria ferale e possente di Porcaro.

Pink Floyd - Mother 

Non è da tutti collaborare coi Pink Floyd. Eppure, per Mother, Nick Mason venne messo in panchina, dichiarandosi incapace di suonare sui ritmi singolari del brano e vedendo la band costretta ad integrare un batterista tecnico come Porcaro che centrò i tempi dispari della traccia immediatamente. Egli fu la prima ed unica scelta dei Floyd.

Steely Dan - Bad Sneakers 

A soli 20 anni, Jeff Porcaro si rivelò maturo ed eclettico al punto da strabiliare chiunque ascolti il brano contenuto nel secondo album del gruppo grazie ai sapienti colpi di rullante e al ritornello trainato da una ritmica catchy unica nel suo genere.

Boz Scaggs - Lowdown

Definita all'unanimità come la performance più riuscita al di fuori di quanto fatto nei TOTO, Lowdown è l'esempio lampante dell'inventiva sconfinata del batterista, capace di dimostrare una tecnica eccelsa sin da giovanissimo, distante anni luce dalla sua età anagrafica.

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