Pete Townshend si è sempre distinto dalla pletora di artisti che annoveravano le scene di riferimento tra gli anni '60 e '70. Il suo approccio ritmico ricco di inventiva e particolarmente preciso rendeva le sue produzione semplici, ben bilanciate ed aggressive, perfette, insomma, per catturare un pubblico sempre più voglioso di elettricità. Gli Who definirono un'intera epoca musicale, per poi rimanere impressi nell'immaginario collettivo come uno dei gruppi pionieri dell'hard rock. Loro erano molto di più della somma delle loro parti, ma la chitarra di Townshend ha sempre contribuito in maniera straordinariamente massiva al loro successo.
Ha composto la prima rock opera nella storia, TOMMY, e ha influenzato un'intera generazione di artisti con le sue ritmiche brucianti ed i soli minimalisti. Il playing di Pete Townshend è pura adrenalina. Il guitar hero degli Who, del resto, era una iena sul palco e in studio scaricava la medesima stamina componendo riff da capogiro. Townshend è l'unico che sia mai stato in grado di tenere testa alla follia ritmica di Keith Moon, senza mai arrancare. Due mine vaganti, la cui ferocia, veniva dosata attraverso esecuzioni limpide quanto imponenti.
Le ritmiche di Townshend sono arricchite in termini di fantasia grazie agli accordi sospesi. Trattasi di forme in cui gli accordi non contengono la terza di una scala maggiore o minore. Insomma, il playing di Townshend è unico e non c'è bisogno di dilungarsi troppo sull'approccio fattivo che ha alla sei corde. Bisogna sviluppare uno stile deciso e imparare ad eseguire ritmiche a velocità serrate senza scendere a compromessi con la creatività per riuscire ad avvicinarsi, in termini compositivi, alla sua produzione artistica.
La prima cosa su cui ci si focalizza quando si pensa alla strumentazione dei chitarristi storici è la chitarra che maggiormente lo identifica. Per Pete Townshend, potremmo citare Rickenbacker e Gibson e non commetteremmo errori, ma la Fender Stratocaster, con la sua estrema semplicità è ciò con cui si può identificare al meglio Townshend, complice anche il suo playing senza fronzoli, per il quale uno strumento con finiture troppo ricercate risulterebbe semplicemente superfluo.
Per gli effetti, Townshend semplifica la sua pedaliera all'osso. Ciò che non deve assolutamente mancare, però, è un overdrive. Per quanto riguarda l'amplificazione, invece, la leggenda degli Who adotta, da sempre, testate Marshall come la JCM800, su casse del medesimo brand utilizzate in maniera particolarmente intensiva al massimo della potenza. Infine, per quanto riguarda le corde, Pete utilizza mute .09, .010. e .011, a seconda della heaviness che contraddistingue le tracce che andrà a suonare.
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