Quando pensano a Eddie Van Halen, ai chitarristi viene in mente immediatamente la tecnica da lui resa iconica: il tapping. Il playing del compianto guitar god, però, vedremo, era molto più intenso e ricco di quanto non si pensi già.

Il blues, la Pentatonica, i virtuosismi e, ovviamente, il celeberrimo tapping. Eddie Van Halen era una leggenda assoluta della sei corde. Col suo approccio fantasioso, Eddie era in grado di unire orizzonti sonori vivaci ed euforici con frasi intriganti e complicate che, seppur suonate a velocità sostenute, mantenevano tratti distintivi tanto marcati da renderne il sound riconoscibile a chilometri. Nelle prossime righe andremo a snocciolare i segreti del playing di un musicista immenso, Maestro indiscusso della chitarra elettrica.

I punti chiave dello stile di Eddie Van Halen

Il suo, era un gusto chitarristico sopraffino, sapientemente celato in fraseggi madidi di sfaccettature e ricchi di adrenalina. Il playing di Eddie Van Halen poggia su due colonne portanti, la passione e la grinta. Eddie era capace di suonare dozzine di note in pochissimi istanti, pur valorizzando ognuna di esse. Egli era solito adottare una mole cospicua di tecniche, alcune di esse, proposte più di altre.

Tra i marchi di fabbrica di EVH non è possibile non citare il tremolo picking. I lick del chitarrista venivano spesso suonati con una mano destra quasi pneumatica, in grado di suonare una singola nota a velocità impressionanti. Oltre a questo, Van Halen fece dei trick con la leva del tremolo una vera e propria istituzione nella chitarra solista degli anni '80. Per suonare la sua musica, quindi, occorre padroneggiare le chitarre elettriche a ponte mobile e, in particolare, quelle con sistemi Floyd Rose o similari.

Il bending, il legato e i pull-off su corde aperte erano altre tecniche molto inflazionate nelle sue frasi, mentre il tapping, ovviamente, regnava sovrano. Van Halen lo adottava in diversi shapes, dai più lineari a quelli con slide, fino ad arrivare alle figure eseguite su più corde. Per quanto riguarda la ritmica, invece, Eddie era incalzante, usando spesso il palm-muting, anche sugli arpeggi. Ain't Talkin' 'Bout Love ne è un chiarissimo esempio. Infine, Eddie usava molto le armoniche, sia artificiali che create col tapping sul dodicesimo tasto. Per quanto riguarda le scale da approfondire, invece, oltre alla Pentatonica, consigliamo di dare un'occhiata al Modo Frigio e alla Minore Armonica.

La strumentazione del chitarrista

Sul rig di Eddie Van Halen sono stati scritti fiumi di parole. Il chitarrista ha, del resto, avuto modo di rendere iconici diversi design, partendo dalla più classica Super Strat, fino ad arrivare alle sue Wolfgang più recenti e alla offset Shark. Sintetizzando il tutto in uno strumento idealtipico utile per avvicinarsi al sound di EVH si consiglia di utilizzare gli strumenti che recano il suo marchio in paletta, prodotti da Fender e, in passato da Peavey o rifarsi a Super Strat con corpo in tiglio, manico in acero, pickup humbucker dal taglio moderno e, soprattutto, ponti flottanti come il Floyd Rose o i più economici licensed.

Per gli amplificatori vale lo stesso discorso. Per diversi anni il chitarrista ha adottato gli iconici 5150, prodotti da Peavey e, successivamente, a marchio EVH. Storicamente, però, Eddie ha adottato Marshall Super Lead, nel pieno segno di un approccio hard rock classico. Gli effetti fondamentali per replicare il suo suono imponente sono il Wah, il phaser, un overdrive abbastanza spinto, un pedale octave e degli effetti d'ambiente come chorus, delay, riverberi classici e flanger.

Claudio Pezzella

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Claudio Pezzella

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