Buona la prima…? I secondi album migliori di tutti i tempi

nirvana kurt cobain
P.B. Rage from USA – More Kurt — too rad CC BY-SA 2.0

Rilasciare un album è sempre parte di un processo travagliato, anche per gli artisti più navigati. Chi muove i primi passi, poi, avendo già debuttato nel mondo degli LP, ha bisogno di una spinta in più per il lavoro immediatamente prossimo.

I secondi album costituiscono una responsabilità da non prendere assolutamente sottogamba. Sono stati diversi, poi, gli artisti che, coi loro album di debutto, sono stati in grado di salire sul tetto del mondo, per poi non riuscire a riproporre la stessa magia con il disco immediatamente successivo. Ovviamente, sono diversi i motivi che portano al flop di un disco e, non tutti, sono imputabili ai suoi autori. Alcuni secondi album, poi, si sono rivelati di gran lunga migliori anche del più glorioso dei debutti. Ne scopriamo alcuni di seguito.

Nirvana - NEVERMIND

Fino al 1991, anno d'uscita dell'album, i Nirvana venivano considerati una misteriosa band di nicchia, attiva nella fervente scena rock di Seattle. Fuori dall'underground a nord ovest del Pacifico, però, nessuno aveva idea dell'esistenza della band, né tantomeno del loro album di debutto: BLEACH, del 1989. Fu NEVERMIND, il suo seguito diretto, a cambiare tutto, rendendo la band il fenomeno di massa con cui viene ricordata oggi. In men che non si dica, il grunge ebbe modo di esplodere e diffondersi a macchia d'olio in giro per il mondo. Trascorse poco tempo e, i Nirvana, si affermarono come il baluardo della controcultura simbolo dei primi anni '90.

Radiohead - THE BENDS

I Radiohead venivano percepiti come una sorta di anomalia nel panorama rock. Il gruppo non ha mai sofferto per amalgamarsi col piacere delle masse e, THE BENDS, diede conferma della volontà della band di rimanere unica e coerente coi propri ideali. Il quintetto è più arrabbiato nell'LP, sebbene l'attitudine impegnata continuava a renderli degli outsider nella scena alternative rock dell'epoca. Nel disco, tra l'altro, trovano spazio lavori iconici come Fake Plastic Trees.

Bob Dylan - THE FREEWHEELIN' BOB DYLAN

Il secondo album di Bob Dylan vide il giovane folk singer farsi strada nel panorama musicale newyorkese. Di lì a poco, grazie all'estroso sforzo rappresentato dal suo secondo album, il cantautore venne etichettato come "portavoce di una Generazione", un titolo che, comunque, avrebbe sempre respinto. FREEWHEELIN' fu uno dei lavori più evocativi degli anni '60 e, il suo impatto, continua a manifestarsi a tutt'oggi.

Amy Winehouse - BACK TO BLACK

Dopo il debutto avvenuto con FRANK, nel 2003, il talento di Amy Winehouse sembrò non conoscere confini. Con BACK TO BLACK, però, la leggendaria cantante consacrò il suo nome all'eternità. In un segmento mainstream dominato dal pop falso e platinato proposto dalla stragrande maggioranza dei suoi esponenti, Amy seppe affermarsi con un lavoro crudo, struggente e oscuro; un vero e proprio capolavoro senza tempo.

Pixies - DOOLITTLE

DOOLITTLE sancì il punto di svolta per i Pixies, da gruppo indie ad acclamato atto mainstream. Tracce come Here Comes Your Man trainarono il successo del disco, tracciando le linee essenziali del sound di riferimento di un gruppo iconico, in grado di ispirare band come i Nirvana, i Radiohead e gli Smashing Pumpkins.

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