Il leggendario frontman ha descritto l'LP del 2018 come solo uno, dei due esempi nella loro discografia in cui la band avrebbe programmato l'approccio all'incisione in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Halford ha anche aggiunto che il responso positivo che ha interessato il disco sarebbe stata la fonte d'ispirazione per un seguito che, ad oggi, sarebbe prossimo al completamento.
Intervistato dal Caller-Times, Rob Halford si è espresso riguardo FIREPOWER in questo modo: "Fu così ben accolto e acclamato dalla critica che ci chiedemmo se fosse il caso di finirla qui, di abbandonare il gioco, apparentemente, così presto. Ma quel disco, insieme al riscontro tra i nostri amici e nell'industria, ci ha dato ancora più energia e determinazione per lavorare ad un nuovo album dei Priest e di renderlo degno di essere il successore di FIREPOWER".
Quando al frontman è stato chiesto in merito alla nascita del nuovo album e alle opere a cui esso sarebbe potuto ispirarsi, egli ha così risposto: "Non lo sappiamo mai davvero. Non credo che abbiamo mai pianificato qualcosa per questo disco. Abbiamo lavorato in questo modo con FIREPOWER perché volevamo esplorare alcuni elementi più classici. L'unica volta in cui abbiamo lavorato così, oltre a questa, fu nel 1990 con PAINKILLER".
"Volevamo che PAINKILLER rafforzasse il potere metal feroce che la band possiede - afferma - A parte questi due album, abbiamo sempre preso le cose per come vengono. Ci riuniamo in studio, ognuno di noi propone le sue idee. Ci sono dei giorni in cui iniziamo dal niente, per poi ritrovarci brani immortali. La trovo un'esperienza positiva. Proviamo sempre a fare un album iconico". A metà dicembre, i Priest chiuderanno il loro 50 Heavy Metal Years Tour e Halford sarà, finalmente, in grado di chiudere l'album aggiungendo le sue parti vocali alle strumentali già incise. Per adesso, però, non è ancora dato sapere quando il disco vedrà, effettivamente, la luce.
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