Pete Townshend: “la musica rock è in buone mani”

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Kubacheck – CC BY 2.0

Il leggendario chitarrista degli Who non ha mai avuto remore nell'esprimere anche le opinioni più controverse. Ciò nonostante, sembrerebbe essersi ammorbidito riguardo l'attuale andamento della scena rock.

Nel 2007, lo stesso Townshend dichiarò di aver perso fiducia nelle più giovani generazioni di rocker e che, secondo lui, il genere fosse morto. Il guitar hero sosteneva che pochissimi artisti usassero la musica come mezzo di protesta e che il rock avesse perso la furia autentica che lo alimentava nei giorni di gloria. Nella fattispecie, in un blogpost, l'artista scrisse: "Credo che la musica rock sia una scarica d'energia ormonale. Ovunque io guardi, oggi, vedo soltanto giovani musicisti in cerca di un nuovo livello di intimità per la loro audience. Non si tratta solo di protestare, quanto di musica eseguita con sensibilità per esprimere una singola idea. Anche la rabbia può essere manifestata con gentilezza". Stando alle più recenti dichiarazioni, però, Townshend avrebbe cambiato idea.

Le ultime parole del chitarrista in merito

Nel corso di un'intervista rilasciata alle penne del New York Times nel 2021, Townshend avrebbe accettato la trasformazione del rock, dal periodo in cui gli Who mossero i primi passi ad oggi, continuando a considerarla la musica dei giovani. Per Pete Townshend, la chiave per tenere viva l'eredità del rock è l'autenticità, citando artisti come Ed Sheeran, Taylor Swift e Adele come le rockstar dei giorni nostri, poiché capaci di riempire intere arene con la loro musica.

Nella fattispecie, il chitarrista ha disquisito la sua opinione in questo modo: "Autentico alla percezione dell'ideale di rockstar. Oggi, trovi online post che dichiarano il rock morto. Si tratta di qualcosa che abbiamo considerato sin dagli anni '70, ma cos'è il rock? Il rock è hip hop, Taylor Swift è, probabilmente, rock come, oso dirlo, Adele e Ed Sheeran. Hanno osato indossare quel mantello e adesso devono continuare a farlo. Devono fare cose spettacolari come performer, non soltanto come artisti in studio".

La visione di Townshend invita gli appassionati, soprattutto quelli della vecchia guardia, ad espandere i propri orizzonti, per accorgersi del potenziale dei nuovi capisaldi della musica. "Devono fare cose straordinarie, ma se sono coinvolti ballerini o troppi video show, allora stanno barando - ha continuato - Lo sanno, noi lo sappiamo e anche il pubblico. Questo è perché i fan vanno ad un concerto degli Who o dei Rolling Stones e, sebbene ci sia qualche video o l'orchestra, alla fine tutto riguarda il riuscire a ballare per due ore e mezzo senza collassare o cantare per lo stesso lasso di tempo senza lyp-sync. Si tratta di sport, intrattenimento fisico e prove di resistenza".

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