Neal Schon ha, recentemente, rilasciato un comunicato nel quale accusa Jonathan Cain di rovinare il marchio dei Journey per motivi politici. La notizia ha sollevato un fitto polverone mediatico.
Sono giorni di trepidazione, questa volta non in positivo, per gli appassionati dei Journey. Jonathan Cain ha, infatti, aperto un fronte di opposizione contro l'ex compagno di band Neal Schon dopo che quest'ultimo l'avrebbe citato in giudizio per il suo utilizzo del nome dei Journey e delle canzoni del gruppo durante le campagne elettorali a sostegno dell'ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo scorso mese, Cain avrebbe eseguito il classico della band Don't Stop Believin' in un contesto prettamente politico.
La controversia nel dettaglio
Stando a quanto emerso su Variety, l'invettiva di Schon dieclamerebbe: "Nonostante Mr. Cain sia libero di esprimere le sue personali credenze e legami, quando lo fa in nome dei Journey o per la band, questa condotta sarebbe estremamente deleteria per il marchio, poiché polarizzerebbe i fan del gruppo ed il target a cui esso si rivolge. I Journey non sono e non dovrebbero essere politicamente orientati".
Intanto, un esecutivo di Cain avrebbe risposto alle accuse, in primis, sostenendo che, esse, provengano dalle continue sconfitte in tribunale accumulate da Schon nel corso del tempo, alimentando la diatriba in maniera ulteriore e, addirittura, tirando in ballo questioni del tutto personali nelle dichiarazioni successive.
Insomma, i due membri del gruppo continuano ad additarsi l'un l'altro, con Cain che definisce "tossico" il comportamento di Schon e di sua moglie e, quest'ultimo, che tenta di allontanare la storia della band dalle inclinazioni politiche dell'altro. La questione sembra tutt'altro che chiusa, tenendo i fan col fiato sospeso e l'amaro in bocca per il triste epilogo di una delle più grandi band della storia del rock.