Nothin’ but a Good Time: la storia non censurata dell’Hard Rock degli anni ’80

La cover del libro Nothin’ but a good time, nelle migliori librerie.
Prima di proseguire con l’articolo, devo fare una premessa: scordatevi perbenismi, la definizione di politically correct e quant’altro. In queste pagine l’energia incandescente del glam metal, hair metal o “nient’altro che Rock” – per citare la prefazione di Corey Taylor (Slipknot / Stone Sour) – emerge incontaminata, grezza e spietata.

Ozzy Osburne, i Van Halen, i Mötley Crue (e moltissimi altri) testimoniano in queste pagine gli scatenatissimi eventi che costellano questo decennio di eccessi e follia, tra i racconti dei primi concerti dei W.A.S.P. che scagliavano carne cruda sul pubblico a copiose manciate, sparando lingue di fuoco a sfiorare il soffitto del minuscolo club Troubadour, fino alle feste dove tra alcol, droga e ragazze c’era (letteralmente) da perdere la testa.

D’altronde, il titolo “Nothing but a good time: la storia non censurata dell’hard dock degli anni ’80” significa “Nient’altro che divertimento”; non ci sono migliori parole per descrivere un’epopea musicale in cui in cui l’eccesso e il successo camminavano di pari passo.

Una totale immersione nell’hard rock, dove i concerti non sono delle semplici esibizioni di artisti ma delle vere e proprie celebrazioni, al termine delle quali bisogna avere l’impressione di aver preso parte a un evento irripetibile. Quando poi non si aveva il privilegio di assistere ai live, c’era la programmazione di MTV, con video-clip fatti di estetica, cura del dettaglio e tentativi – spesso riusciti – di riprodurre sullo schermo l’esperienza dello spettacolo glam metal.

Tracii Guns con Izzy Stradlin al Palace di Los Angeles, California, nel 1988 (Foto Mark Weiss ©)

Un piccolo spoiler che lascia intendere la spontaneità e rudezza con le quali vengono ricordati certi eventi: capitoli con titoli come “Tutti Allucinati Marci a Vomitare, Svenire e a Farci Sbattere Là Fuori”, oppure “Le Chiamavamo, ehm, ‘Stracciamutandine Bagnate’” o ancora “Gli Scorpions Volevano Cacciarci dal tour già alla Prima Serata”. Insomma, 576 pagine di goduria per gli amanti del rock anni ’80 ma anche per chi quel periodo lo conosce poco e intende tuffarsi a capofitto in un’epoca che ha fatto la storia, non soltanto quella della musica. Con inserto a colori e decine di scatti che immortalano le più grandi band degli anni ’80.

Con oltre duecento interviste e un’appassionata prefazione di Corey Taylor – cantante di Slipknot, Stone Sour e fan dichiarato del glam metal – è la sconvolgente cronaca di un’epoca  oltraggiosa raccontata dagli uomini e dalle donne che l’hanno creata.

Lonn Friend (al centro) con i MOTLEY CRUE durante il tour di “Dr. Feelgood”, eliporto di Teterboro, Teterboro, New Jersey, 1990 (per gentile concessione di Lonn Friend ©)

GLI AUTORI

TOM BEAUJOUR è cronista, co-fondatore ed ex redattore capo di Revolver, il principale mensile americano di hard rock ed heavy metal. Beaujour ha prodotto e mixato album di Nada Surf, Guided by Voices, Juliana Hatfield Three e molti altri.

RICHARD BIENSTOCK è un giornalista i cui scritti sono apparsi su New York Times, Rolling Stone, Billboard, Spin e altre pubblicazioni. È stato senior editor del magazine Guitar World ed executive editor della rivista Guitar Aficionado. È autore e co-autore di diversi volumi, tra cui il celebre Kurt Cobain: Montage of Heck.

I POISON a Los Angeles, California, nel 1986. Da sinistra: Rikki Rockett, C.C. DeVille, Bobby Dall, Bret Michaels (Foto Mark Weiss ©)
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