"Drowse" è una delle migliori composizioni di Roger Taylor. Fu scritto nel 1976 e pubblicato nell’album A Day at the Races, quinto album della band.
In 6/8, il famigerato (per modo di dire) batterista si occupava di suonare la chitarra ritmica, i timpani e di tutte le parti vocali. Brian May ha invece suonato la sua Red Special in slide nei riff inconfondibili di questo brano, e il timido John Deacon ha contribuito con una linea di basso perfetta per accompagnare “Drowse”. Ma, cosa più importante, è il testo della canzone - di cui analizzeremo i passaggi più interessanti - che, con delicatezza, richiama gli anni adolescenziali in modo così fedele che ad ascoltarla fa venire i brividi. Una prospettiva sonnolenta, allucinogena e malinconica, che verte sulla nebluosa sensazione di trappola prima della fuga. Tutto questo condito da un riff trascinato, ubriaco, sonnolente - e d’altronde, “drowse” significa proprio questo.
It’s the sad-eyed, goodbye, yesterday moments I remember.
It’s the bleak street, weak-kneed partings I recall.
It’s the mistier mist
The hazier days
The brighter sun
And the easier lays
There’s all the more reason for laughing and crying
When you’re younger and life isn’t too hard at all.
Sono i momenti tristi, di addio, del passato che ricordo
Sono le fiacche separazioni nelle strade deserte,
che mi ritornano alla memoria
È la nebbia più intensa
I giorni più foschi
Il sole più luminoso
E le più facili situazioni
Ci sono tutte le ragioni per ridere e per piangere
Quando si è più giovani e la vita non è troppo dura
Come per gran parte del lavoro di Roger, la scrittura delle canzoni è stranamente fuori dallo stile dei Queen; qui sembra molto più simile ai Pink Floyd sotto effetto di LSD. Tuttavia, ricordare l’adolescenza attraverso una pellciola bruciata è davvero sorprendente e richiede un ascolto attento delle proprie sensazioni, per tradurle in musica.
It’s the fantastic drowse of the afternoon Sundays
That bored you to rages of tears
È la fantastica sonnolenza delle domeniche pomeriggio
Che ti annoiava fino alle lacrime
La prospettiva di Roger non romanticizza, ma cattura perfettamente i limiti e il potenziale della fase adolescenziale, la tensione stranamente energizzante tra quella noia incontrollabile e la rabbia, l’intensissima carica emotiva che permea quei momenti vuoti. L’ingenuità e la profonda ricerca della propria strada nella stessa diapositiva.
It’s a vertical hold, all the things that you’re told
Hanno una presa verticale, tutte le cose ti vengono raccontate
Le sensazioni parallele di essere intrappolati e assonnati attraversano l'intero pezzo come una spina dorsale. C'è una nostalgia, ma anche una cruda consapevolezza che è un autoinganno. In questo passaggio si ritrova la soggezione, il fatto che per il mondo sei solo un ragazzino, hai bisogno di essere guidato, di spiegazioni: la presa verticale che ti porta inevitabilmente a crescere.
And there’s all the more reason for living or dying
When you’re young and your troubles are all very small
E ci sono un sacco di ragioni per vivere o per morire
Quando sei giovane e i tuoi problemi sono molto piccoli
Ancora una volta con un semplice dualismo Roger racchiude con spontaneità il dilemma adolescenziale: sembra tutta una questione di vita o di morte, ma allo stesso tempo non te ne frega un cazzo.
Out here on the street
We’d gather and meet
And scuff up the sidewalk
with endlessly restless feet
Half of the time
We’d broaden our minds
More in the poolhall than we did in the schoolahll
With the downtown chewing-gum bums
Watching the nightlife, the lights and the fun
Sulla strada qui fuori
Ci riunivamo per incontrarci
E ciondolavamo lungo i marciapiedi
senza tregua con passo inquieto
Per la metà del tempo
Apprendevamo
più in una sala da biliardo che a scuola
con gli oziosi perdigiorno del centro
guardando la vita notturna, le luci e il divertimento
L’importanza di uscire di casa, di girovagare senza meta mentre marini la scuola. Scoprire l’importanza dell’essere insieme, dell’amicizia, con i propri coetanei all’avanscoperta della vita vera che piano piano prende forma.
Thinkin’it right, doin’it wrong
It’s easier from an armchair
Waves of alternatives wash at my sleepiness
Have my eggs poached for breakfast I guess
Avere buone intenzioni, e poi sbagliare
È tutto più facile stando in una poltrona
Ondate di alternative lambiscono la mia indolenza
Suppongo che mi farò delle uova in camicia per colazione
Questo incredibile flusso di coscienza è esemplificativo del brano. Dalla propria poltrona, in salotto o in cameretta, oscillare tra il ripetere il passato e desiderare modi per cambiare il proprio futuro, per poi lasciarsi distrarre dal primo vero problema che si presenterà: cosa prepararsi per colazione l’indomani.
I think I’ll be Clint Eastwood
Jimi Hendrix he was good
Let’s try William the Conqueror
Now who else do I like?
Penso che diventerò Clint Eastwood
Jimi Hendrix, lui era grande
Proviamo Guglielmo il Conquistatore
Ora, chi altro mi piace?
La chiusura di Drowse è così ingenua, così perfetta per un brano come questo. Un’adolescenza che plasma la propria immagine nel futuro senza presunzione, ma con la reale grinta ed energia - paradossale, viste le condizioni di sonnolenza del protagonista - di chi sa che è il momento giusto per sognare.
Appare una canzone semplice e ha una struttura semplice, ma ogni suo dettaglio sembra avere degli strati. Non sono solo i testi: gli slide scorrevoli e sbiaditi, permeati in una massa fluida di malinconia, rafforzano il tutto. La voce di Roger è bassa nel mix per la maggior parte del tempo, spazzata via dal rigonfiamento del riff. La sua voce si "spezza" anche a metà, scendendo di un'ottava accanto a un tocco di May che rischiara il brano. Alla fine, quando il tono si abbassa ulteriormente e Roger prende parlare, pare di ascoltare un ubriaco emozionato dai suoi ricordi, e si perde nella propria immaginazione, - a modo suo. È strano, ma è meraviglioso.
Penso davvero che questo brano sia speciale. Cattura perfettamente la noia allucinogena della vita di un adolescente. O almeno, la vita di un adolescente come lo ero io, confusamente annoiata, con la libertà di commettere errori pericolosi e sicuri.
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Contributo: https://explodedqueen.wordpress.com/2016/03/29/drowse/