Courtney Love: il bersaglio dell’odio pubblico dopo la morte di Cobain

In questa intervista, Courtney Love ripercorre la sua carriera e l'impatto devastante che la morte del marito Kurt Cobain ha avuto sulla sua immagine pubblica, trasformandola in un bersaglio di odio e critiche feroci. Già moglie di una delle più grandi rockstar del mondo, Love non era estranea alle critiche, ma la scomparsa di Cobain nel 1994 ha amplificato l'odio nei suoi confronti in modo esponenziale. Accusata di essere la causa della morte del musicista e protagonista di teorie del complotto, Love si è trovata ad affrontare un'ondata di ostilità senza precedenti.

Nonostante le numerose critiche e le etichette di "scontrosa" e "difficile", Love non ha mai ceduto al pentimento o al desiderio di compiacere il pubblico. Anzi, rivendica la sua personalità schietta e la sua scelta di abbracciare un'immagine ribelle, in contrasto con il desiderio di approvazione di Cobain. Riferendosi a Bob Dylan e alla sua figura iconoclasta, Love sottolinea la sua indifferenza nei confronti del giudizio altrui. La sua indole ribelle e il suo rifiuto di conformarsi alle aspettative l'hanno resa un bersaglio facile, ma lei non si è mai piegata alle pressioni per cambiare la sua natura.

La sua franchezza si estende anche alla musica pop attuale. Pur riconoscendo il ruolo positivo della presenza di donne di successo nell'industria, Love critica la mancanza di originalità e la tendenza all'omologazione. Secondo la cantante, molte artiste sono diventate dei cliché e la loro musica risulta stereotipata e priva di personalità. L'unico spiraglio di positività che Love intravede è rappresentato da Beyoncé e dal suo disco country “Cowboy Carter”. In questo gesto, Love riconosce un atto di ribellione contro le barriere razziali e un'affermazione di identità culturale, valori che apprezza profondamente, pur non apprezzando particolarmente la musica dell'artista.

Fonte: Loudersound, di

 

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Mila Spada

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