System Flaw: hard rock puro e nitido

La nostra intervista ai System Flaw: recente formazione ma idee chiarissime

I System Flaw sono una band di recentissima formazione: nati nel 2016, ad un anno di distanza sono pronti a lanciarsi nel panorama musicale con tante idee, progetti e spettacoli. Formati da Karin alla voce, Stefano alla chitarra e cori, Marco al basso e Simone alla batteria, sono alla ricerca di un tastierista che si unisca stabilmente alla band. Il loro stile è influenzato dai diversi background musicali dei componenti, passando dal rock al metal, con un pizzico di pop.

Com’è nato questo progetto musicale?
Stex: L’idea è stata mia e di Karin. Abbiamo cominciato suonando qualche cover acustica, poi ascoltando gli inediti di Karin abbiamo deciso di cambiare strada. I suoi brani mi sono piaciuti molto. A dicembre abbiamo cercato altri elementi con cui mettere su i System Flaw e di lì a poco abbiamo registrato il nostro primo video. Turn Back the Hands of Time è stato presentato su YouTube subito dopo e a oggi supera le 12.000 visualizzazioni.

Avete già avuto il vostro battesimo live?
No, finora ci siamo rapportati al pubblico solo attraverso i social. La nostra prima, vera, data ufficiale sarà il 3 settembre al Rometal Fest di Roma. Abbiamo un gran seguito, forse il merito è anche del vestito rosso di Karin.

Venite da esperienze musicali precedenti?
Sì. Stefano ha suonato negli Omega3 e Karin è stata una solista.

Vi siete aggiudicati il contest proprio con Turn Back the Hands of Time. Cantante soltanto in inglese?
Karin: Avendo la “r” moscia, canto soltanto in inglese. Mentre Stefano, coi suoi sei anni negli Omega3, ha trascorsi in italiano. C’è anche da dire che con questo tipo di musica sarebbe troppo difficile, vogliamo muoverci nel rock, quello più crudo, e con l’italiano perderemmo parecchio. Anche con chitarrone e batterie potenti continueremmo a essere un po’ “popettari”e non è il risultato finale a cui puntiamo.

Dove puntate?
Stex: Facendolo come mestiere, Karin vorrebbe puntare al massimo. Io resto coi piedi per terra, perché conosco bene la situazione italiana e so che è molto difficile. Ci piacerebbe suonare all’estero, e penso che il mercato dell’est Europa abbia molto da offrire, sarebbe davvero interessante.

Futuri progetti? Avete un Ep in programma?
Sì, abbiamo 7 o 8 pezzi già pronti, ne mancano davvero pochi e vorremmo fare un Ep il prima possibile. Pensiamo e vorremmo uscire per la fine di novembre, forse MESSENGER potrebbe essere un bel titolo, come uno dei brani che ne faranno parte.

Come avete deciso di partecipare al contest di «Classic Rock»?
Hanno partecipato alcuni nostri colleghi e ci siamo interessati. Due etichette discografiche ci hanno già contattato. Ha tirato fuori qualcosa di buono e inaspettato.

Il vostro repertorio è composto sia da cover che inediti…
Il nostro Ep proporrà solamente inediti. Per il live stiamo preparando anche qualche cover, ma in generale i nostri brani sono scritti da Karin, ispirati da tutto ciò che abbiamo ascoltato in passato – dai Nirvana agli Evanescence, fino a Jimi Hendrix. Restiamo sul classico.

Com’è il vostro pubblico?
I nostri fan sono piuttosto variegati, ci scrivono anche dall’estero e l’età media lì è molto giovane, già dai 16 anni, mentre in Italia il pubblico è un po’ più grande. Per il momento, siamo molto soddisfatti e il primo impatto è stato più che positivo.

 

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