È un debutto quello di Brunori Sas al Festival di Sanremo. Il cantautore porterà sul palco dell’Ariston il brano L’albero delle noci, che è anche la title track del nuovo disco in uscita il 14 febbraio per Island Records. Dieci tracce che, tra l’altro, riportano Brunori a un contesto più terreno e meno etereo di Cip!, il suo precedente lavoro. «Una volta – dice il cantautore in conferenza stampa – Samuele Bersani mi disse Vai a Sanremo solo con un pezzo che ti convince. E così faccio: vado a Sanremo a testa alta su quel palco».
L’albero delle noci, nello specifico, racconta della paternità e del rapporto tra Brunori Sas e la figlia Fiammetta. «L’albero delle noci sta davanti casa mia. – ha raccontato in proposito – Lo osservo sempre quando mi frulla qualcosa in testa, anche perché da anni sono convinto che sia lui a suggerirmi le canzoni che scrivo. D’altronde non avendo gli alberi, soprattutto quelli secolari, nessun interesse per i rendiconti Siae, mi sembrava doveroso quantomeno tributargli una canzone. E sono contento di averlo fatto con un brano che mi fa il cuore dolce e in cui ho cercato con coraggio di cantare la gioia, ma anche l’inquietudine che una nuova nascita porta con sé».
«L’amore che non chiede niente in cambio – continua l’artista – la felicità assurda e a tratti incontenibile, ma anche la paura di poterla perdere ‘sta felicità, il rimpianto per la vita di prima, il tempo che non torna. E poi la terra, le radici, le stagioni, le foglie che vanno e quelle che vengono. E forse su tutto l’altalena perenne fra il bimbo che vorrebbe eternamente raccontare (e raccontarsi) favole e l’adulto che sa quanto importante sia ciò che risiede nell’ombra. La linea sottile che passa tra essere genitori e sentirsi ancora figli».
Brunori Sas a Sanremo con L’albero delle noci
Un brano esistenziale? Non proprio. Brunori ci tiene a sottolineare che è rimasto – come sempre – «fedele alla mia attitudine altrimenti non avrebbe senso partecipare». Attitudine che ben si sposa con l’ironia: «Ora sono più tranquillo nell’affrontare Sanremo. – dice – Non ho detto sì subito, ma ci ho pensato. E poi è andata come è andata. Sono cosciente di dove vado e consapevole che voglio far sentire le mie canzoni e chi sono a un pubblico che fino ad ora non mi ha mai intercettato. Poi il Festival è un atto di coraggio: stavo comodo senza Sanremo. Avevo il mio tour, il mio pubblico, ero al sicuro. Sanremo mi fa tornare a essere debuttante in situazioni in cui potrebbero umiliarmi. È bello sottoporsi a questo tipo di umiliazione, così l’ego si sgonfia e escono canzoni buone».
Nella serata delle cover, Brunori Sas ha scelto di intonare L’anno che verrà di Lucio Dalla con Riccardo Sinigallia e Dimartino. Una scelta – almeno quella degli ospiti – non casuale. È il team che ha lavorato all’album L’albero delle noci. «Dire che Riccardo Sinigallia ha curato la produzione artistica del disco è limitante rispetto al suo lavoro. – dice in proposito – Mi ha accompagnato come autore e cantautore in tutte le fasi. È stata un’esperienza incredibile che spero, mi auguro e sono convinto si sentirà nelle canzoni».
Foto di Chiara Mirelli