“The Bends” dei Radiohead, e l’alt rock prende tutta un’altra piega

Il 6 marzo 1995 segna una data fondamentale nella storia del rock alternativo: i Radiohead pubblicano The Bends, il loro secondo album in studio. Dopo il successo del singolo "Creep", che aveva catapultato la band britannica sotto i riflettori internazionali, il quintetto dell'Oxfordshire si trovava a un bivio artistico. The Bends rappresentò non solo la conferma del loro talento, ma anche una svolta sonora che li avrebbe portati a definire l'intero panorama musicale degli anni successivi.

L'album si distacca dalle sonorità grunge e dalle strutture semplici del debutto Pablo Honey per abbracciare atmosfere più sofisticate e complesse, con un mix di chitarra elettrica, acustica, una linea ritmica più articolata. Brani come Fake Plastic Trees e High and Dry esprimono un senso di alienazione e malinconia che diventeranno il marchio di fabbrica della band, mentre tracce come Just e My Iron Lung mostrano una grinta e una potenza rock inedite. La voce di Thom Yorke, intensa ed emotiva, accompagna testi che esplorano il senso di inadeguatezza e la difficoltà di trovare un posto nel mondo moderno.

Foto via: ilforumdeibrutti.forumfree.it

Prodotto da John Leckie e registrato tra l'Inghilterra e gli Stati Uniti, The Bends ricevette inizialmente un'accoglienza tiepida dal pubblico, ma con il tempo divenne un album di culto. La critica lo ha rivalutato nel corso degli anni, riconoscendolo come un punto di svolta nella carriera della band e un pilastro del rock alternativo.

L'importanza di The Bends si riflette anche nella sua influenza su molte band successive, da Coldplay a Muse, che hanno tratto ispirazione dalle sonorità eteree e dall'approccio sperimentale dei Radiohead. Ma soprattutto, con questo album, il gruppo pose le basi per la loro continua evoluzione artistica, che li avrebbe portati a capolavori come OK Computer e Kid A.

 

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Mila Spada

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