Il primo commento a un vecchio video su YouTube in cui Caterina Valente duetta con Dean Martin in One Note Samba è di un brasiliano che ha scritto: «Il suo portoghese è perfetto, mi fa sentire orgoglioso della mia cultura». Altri commenti di questo tenore si trovano sotto tutti, proprio tutti i video di questa artista straordinaria. Che canti in spagnolo, tedesco, inglese, francese – sono ben dodici le lingue in cui ha inciso dischi, e per questo è entrata nel Guinness dei primati –, c’è sempre qualcuno, no, più d’uno, che fa notare come il suo accento sia perfetto. Un italiano, dopo aver ascoltato Personalità, nota che «Oltre tutto, ha un accento e una pronuncia che esaltano la nostra bella lingua», mentre un altro non può far a meno di polemizzare sul fatto che «Magari tutti gli italiani si esprimessero come lei».

Caterina era italiana, in realtà. Nasce a Parigi il 14 gennaio 1931 (in un carrozzone), da genitori italiani che in quel momento sono lì per lavoro, la sua è la settima generazione di artisti del circo. Fin da piccola poliglotta e giramondo, sale precocemente sul palcoscenico spinta non dall’ambizione di mamma e papà, ma da una testardaggine che l’avrebbe accompagnata tutta la vita, portandola tra l’altro a essere la migliore manager di se stessa.
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