Domenico “Mimmo” Paganelli non è solo un nome noto a chi lavora nella musica, ma una vera enciclopedia vivente di esperienze, aneddoti e visioni. Autore, produttore e talent scout, ha attraversato decenni di storia musicale italiana, lavorando al fianco di giganti come Vasco Rossi, Lucio Dalla, Guccini e Mia Martini.
Con il suo nuovo libro “Music Masterclass”, che uscirà il 7 maggio, si rivolge alle nuove generazioni, offrendo una guida concreta per trasformare la passione in professione. In questa intervista ci racconta quali errori evitare, cosa imparare dai grandi del passato e come costruirsi una voce davvero unica nel panorama musicale di oggi.

Nel libro “Music Masterclass” accompagni il lettore lungo tutte le tappe del mestiere musicale, dalla scrittura alla promozione. Qual è, secondo te, la fase più sottovalutata da chi vuole fare della propria arte una professione?
La parte per me più trascurata dai nuovi talenti è la fase della scrittura e della composizione. Spesso passano da un pezzo all’altro senza rifinirne uno bene. È come se pensassero più all’arrangiamento e al suono magari adatto alle mode del momento ma manca sempre qualcosa. Un brano deve emozionare, incuriosire, divertire, far riflettere anche chitarra o pianoforte e voce. Se il brano sta in piedi così, la strada è giusta.

Hai lavorato con giganti della musica italiana come Rino Gaetano, Mia Martini e Vasco Rossi. C’è un aneddoto o un consiglio ricevuto da uno di loro che è stato importante per la stesura di questo libro?
Gli artisti che mi hanno insegnato di più, anche per questo libro, sono Vasco Rossi e Francesco Guccini. Vasco mi ha insegnato coi fatti mentre nascevano gli album, con i pezzi che dicevano già tutto, e sentirglieli cantare in studio ti faceva venire la pelle d’oca, perché era lui il primo ad emozionarsi. Quando ti commentava un testo, sempre col sorriso sulla bocca, ti incantava.
Vasco è l’artista italiano più coerente tra la sua persona e l’artista, non finge, è sempre lui e crede in quello che canta. Scrive solo se ha qualcosa da dire, altrimenti aspetta che la creatività arrivi. Nel suo scritto nel mio libro Music masterclass lui descrive il momento in cui inizialmente per un po’ di mesi non gli riusciva il testo giusto. Poi un giorno si è sbloccato con “Voglio una vita…” e in breve il resto del testo è venuto da solo, spontaneamente, non ci si deve accontentare.
Francesco Guccini, d’altro canto, mi ha insegnato che si può brillare anche per la propria assenza, non con inutili presenzialismi ovunque ci sia una telecamera. Mi disse che sono le proprie opere che devono rimanere, non il look. Inoltre una volta mi disse che se alla EMI gli avessi venduto più di un milione di copie dello stesso album sarebbe venuto in sede a stracciare il contratto. Lui preferiva vendere 200.000 copie ogni volta ma tutta la vita. Faceva dischi ogni 3/4 anni circa e riempiva i palasport anche senza il disco in classifica. Questo è essere un vero artista, fare le cose solo quando sei pronto.
Hai vissuto la musica da dentro, tra etichette storiche, grandi artisti e talenti emergenti. Secondo te, cosa devono imparare oggi i giovani musicisti dal passato per costruire un’identità unica, solida e riconoscibile?
Secondo me, solo se i ragazzi sono in grado di auscultare la musica del passato scopriranno nuovi orizzonti. Innanzitutto quella degli anni 50, 60 e 70, che sono l’ossatura di quella di oggi e domani; scopriranno che ogni artista era libero di creare canzoni, generi, suoni e testi e modo di cantare senza pensare al successo ma solo per fare cose belle che prima di tutto emozionavano loro.
Come diceva Ennio Morricone lui pensava e musicare film nel migliore dei modi, sperimentando suoni e melodie. Il successo poi arrivava, ma lui non ripeteva mai gli ingredienti della sue musiche. È questa che fa grandi gli Artisti, la bellezza.
Poi la fortuna può capitare ma per rimanere nel tempo bisogna essere bravi, studiare e sperimentare, ci vuole anche un pizzico di divertimento, altrimenti succede come diceva Jannacci “Quelli che cantano dentro nei dischi perché hanno i figli da mantenere…” Ragazzi, se prendete il passato, lo frullate con il presente otterrete il futuro! Ogni persona è unica e anche gli Artisti devono esserlo, il pubblico vi deve riconoscere, sempre!!!

Tra ricordi vissuti in studio e consigli senza tempo, Mimmo Paganelli ci ricorda che il successo non nasce mai per caso: serve dedizione, studio e la capacità di emozionarsi per primi davanti alla propria arte. “Music Masterclass” non è solo un manuale tecnico, ma un invito a riscoprire l’autenticità, il talento e la bellezza come valori centrali del fare musica. Perché, come ci ha detto lui stesso, «ogni persona è unica, e anche gli artisti devono esserlo: il pubblico vi deve riconoscere, sempre!».