E’ così che Brian May descrive la sua vita nei Queen, e a una storia piena di primati ne aggiunge un’altra annata da incorniciare…
18 luglio 2017, lo scorso anno, al concerto dei Queen + Adam Lambert all’Air Canada Centre di Toronto, 20.000 persone hanno cantato Happy Birthday a un membro della band, che avrebbe compiuto 70 anni poche ore dopo la fine dello spettacolo: Brian May. L’aver raggiunto un simile traguardo sembra quasi incredibile, al dottor May: “Non riesco ancora a credere di avere quell’età”, ci dice, “è proprio strano”. Oggi, si aggiunge una candelina in più.
Per il dottor May, sono stati anni impegnativi. I Queen + Adam Lambert hanno attraversato il Nord America e l’Europa con il loro tour, nel frattempo, è uscita l’edizione dei 40 anni di News Of The World (acquistabile cliccando qui), così come il libro Queen in 3-D (acquistabile cliccando qui), curato personalmente da May e contenente centinaia di fotografie inedite da lui scattate nel corso degli anni con macchine stereoscopiche d’epoca, oltre a note di suo pugno sulla storia della band. A 27 anni dalla morte di Freddie Mercury, e a 21 dal ritiro del bassista John Deacon, Brian May e il batterista Roger Taylor non sono ancora pronti a chiudere la storia della band che fondarono nel lontano 1970. “Non ho nessuna voglia di ritirarmi”, dice May, con un obliquo sorriso: “Sono solo grato di essere potuto arrivare fin qui”.
E con noi di «Classic Rock», May parla volentieri del passato, presente e futuro dei Queen, dell’atteso biopic su Freddie Mercury Bohemian Rhapsody, di Axl Rose, Elton John e del perché gradirebbe che la gente lo chiamasse ‘Dottore’.
L’intervista a Brian May!

C’è voluto un po’ di tempo perché molti fan dei Queen lo accettassero, ma ora pensi che finalmente Adam Lambert abbia dimostrato di poter essere il cantante di questa band?
L’ha dimostrato. Adam è straordinario, davvero. Mi chiedo sempre come abbia potuto succedere. Cosa ha fatto l’universo perché accadesse? Pensi che i Queen possano fare un nuovo disco in studio con Adam? Non saprei. Insieme, ci piace interpretare il repertorio, e questo è quanto abbiamo fatto.
L’ultimo tour è stato lavoro duro, divertimento, o entrambe le cose?
È sempre pesante dover schiacciare il bottone che ti porta lontano da casa per mesi, e farlo più di un paio di volte all’anno. Ma ne vale la pena, perché ogni volta accade qualcosa di eccezionale. C’è una magia, e puoi vedere la gioia nel volto della gente. Succede quello che è sempre successo con i Queen. In qualche modo, ciò giustifica tutto.
«Freddie si era costruito addosso un’armatura, come succede a tanti altri artisti»