Contest Giugno 2017

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Author: Enzo Somma
Title: Time Haven Club
Description: I Time Haven Club (ex Golconda) si formano nel lontano ormai 1990, muovendo i primi passi tra rock progressive con pezzi inediti e tributi ai marillion coverizzando soprattutto brani dei primi tre album (era Fish). Inizialmente la band era formata da Enzo Somma (fondatore della band) alla chitarra e voce, Andrea Quattrocchi alle tastiere, Francesco Licciardello al basso e Concetto Santonocito alla batteria. Con questa formazione vide la luce la prima demo (intitolato semplicemente "First Tape) dove i quattro brani (Somewhere in nowhere, Anthea, Seas of prayer e Spleen) cominciaro a delineare il loro sound. I brani risultarono da subito strutturati in maniera complessa e ispirati al mondo mescolato tra Pink Floyd, Marillion e le atmosfere prog/new age di Mike Oldfield (grande amore di Enzo Somma). Sala prove, basta cover, brani concettualmente legati tra loro... Cambia la formazione e con l'ingresso di Marcello Romeo al basso le composizioni e arrangiamenti diventano sempre più articolate e progressive, l'arrivo del talentuoso Sergio Longhitano alla batteria e Fabio Bauccio alla seconda chitarra portano la band a registrare "Another ending season" progetto realizzato solo per metà che da alla luce la loro prima lunga suite ("Mad ") e due dei quattro brani che avrebbero formato il mini concept sulle stagioni ("Celtic Summer" e "Swing of spring"). Sfortunatamente i restanti due (" Theme for Winter " e" Autumnal North Wind " non vedranno mai la luce che meritavano. Tempo di live e pub in un epoca in cui impazzavano i gruppi metal il gruppo cercava di farsi notare con una proposta che però mirava ad un tipo di pubblico quasi inesistente, nonostante questo i (all'epoca) Golconda si ritagliarono la loro piccola fetta di fans, ma restavano comunque degli outsiders... Fu con l'arrivo dell'amico e chitarrista di "altro" livello Salvo Savatteri e di Gino Asero alle tastiere (che sostituì Andrea) che i Golconda pensarono di dismettere il vecchio nome per il nuovo Time Haven Club. Le composizioni diventarono ancora più tecniche, ma senza mai rinunciare alle melodie che li distinguevano, e con questa formazione nacquero canzoni come "The veils of Beyond", "King of the Breaches " ed" Eternal Dusk ". Mentre restano chiusi in sala prove morsi dalla malattia della creatività, il microcosmo della loro città stava però cambiando, si scriveva sempre meno musica, le band facevamo sempre più cover e la vena compositiva si attrofizzava prendendo una piega diametralmente opposta ai Time Haven Club... Alla maturità artistica momentaneamente ebbe la meglio quella della vita, matrimonio, figli... I Time Haven Club spariscono... Erano gli inizi degli anni 2000. Durò quasi dieci anni il loro silenzio, ma avevano lasciato qualcosa di incompiuto, Enzo Somma che aveva avuto a che fare con troppe parole "fine" ricontatta tutti (tranne il batterista Sergio Longhitano che purtroppo era andato via dalla sua città) per riprendere da dove avevano interrotto e si rimettono al lavoro... La difficoltà maggiore è sostituire proprio Sergio... Comincia un nuovo percorso compositivo (son passati anni sono tutti più maturi e hanno ascoltato di tutto nel frattempo) e nonostante le infinite prove addirittura senza batterista, i Time Haven Club continuano il loro progetto : registrare un EP. Riprendono un solo brano del passato (Seas of prayer) lo stravolgono e contestualmente scrivono "Despite all this darkness" e "Dance of Krampus". I nuovi Time Haven Club sono maturi, scrivono canzoni più "canzoni" non rinunciano però a lunghe composizioni. Con l'arrivo di Concetto Santonocito (primissimo batterista della band) si chiudono in sala di registrazione e con l'aiuto di Giacomo Nicolosi (che per puro coinvolgimento vestirà abiti da "produttore artistico" ) danno vita al loro primo vero EP. DESPITE ALL THIS DARKESS. I testi, scritti da Enzo Somma, sono decisamente autobiografici e pieni di citazioni di un passato loro e quello di altrui... Le tastiere di Gino diventano evocative e trasudano vecchi tempi e visioni del futuro, il basso di Marcello sempre più raffinato e potente al servizio del brano, la chitarra di Salvo preziosa e io suoi assoli da manuale, la batteria di Concetto la base di tutti i “concetti “, la chitarra di Enzo serve nuovamente a creare e aiutato dai suoi vecchi amici riesce a centrare il segno. Quello del raggiungimento. Il concept di “”Despite all this darkness “si basa sulla semplice idea del foglio bianco con un punto nero al centro, di come c’è chi si concentri sul punto nero senza vedere la restante parte bianca (predominante tra l’altro) e di chi consapevole di questa continua a guardare sempre il punto nero. Il punto nero è la vita, il foglio bianco, la rassegnazione alla propria esistenza con o senza maschera. Nella testa dei Time Haven Club ci sono altre tre canzoni che completeranno “Despite all this darkness “ “The Black Point “ ,“Execute “, “White Pages “
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