Non si conosce la causa della morte del frontman e fondatore del gruppo inglese, che aveva 64 anni
Si intitolano “It’s My Life” e “Such A Shame” i due brani più conosciuti dei Talk Talk, il gruppo britannico fondato da Mark Hollis nel 1981, la cui parabola artistica, che durò fino al 1992, partì dal synth-pop fino ad arrivare ad anticipare i temi del post-rock.
Il successo del quartetto arrivò con il secondo album “It’s My Life” del 1984, che li rese famosi in Europa e negli Stati Uniti, ma fu il terzo disco, “The Colour Of Spring”, a cambiare il suono dei Talk Talk, spostandosi verso un mix di suoni elettronici e di aperture jazz-rock.
Il gruppo si sciolse dopo la pubblicazione di “Spirit of Eden” (1988) e “Laughing Stock” (1991), considerati due album seminalii dalla scena post-rock; Hollis pubblicò ancora un album in solo (Mark Hollis) nel 1998, ancora dal sound eclettico ma con toni più acustici, per poi ritirarsi dalla scena musicale e dedicarsi alla famiglia e ai due figli.
Diverse fonti hanno confermato la morte del musicista e cantante inglese (come i tweet dellex bassista del gruppo, Paul Webb), di cui non si conoscono dettagli.
It’s a shame
Such a shame
Number me with rage.
It’s a shame
Such a shame
Number me in haste.
Such a shame
This eagerness to change
It’s a shame.
The dice beside my fate and that’s a shame in these trembling hands.
My faith tells me to react I don’t care
(Such a Shame, 1984)
R.I.P. Mark.