In mezzo a una strada: l’intervista a Martin Barre

Dopo oltre 40 anni nei Jethro Tull, Martin Barre si è dovuto impegnare a fondo per sviluppare una sua precisa identità musicale con il suo gruppo, la Martin Barre Band.

Di David West

“Ogni mattina vado in studio e comincio a scrivere,” ci racconta. “È così divertente, ma è l’ambiente di cui ho bisogno. Voglio che non ci siano distrazioni, voglio il caffè a portata di mano, voglio una situazione che posso tenere sempre sotto controllo. Quando sto scrivendo sono molto concentrato. Ogni giorno escogito qualcosa di nuovo e, se tutto va bene, riesco a metterlo a fuoco. Amo scrivere e, potendo, farei più album di quelli che faccio attualmente, e mi divertirei di più. Quasi non riesco a credere che siano passati tre anni da BACK TO STEEL. Nella mia testa sembra solo un anno perché è successo tutto così in fretta con la Martin Barre Band.

“Sono stato fortunato con Dan, siamo un’entità musicale a sé stante. Alan è un musicista incredibile e Darby Todd è un batterista con i fiocchi. Alla fine ci siamo ritrovati esattamente con quello che ci serviva. Qualcuno una volta ha detto che un gruppo è buono solo se il batterista è buono, ed è la sacrosanta verità. Lo sapevo già 40/50 anni fa e posso confermarlo anche oggi.

“Non sono i Jethro Tull e non ci saranno più,” precisa. “Non voglio accusare nessuno, ma ci sono stati un paio di casi in cui i promoter avrebbero voluto scrivere sui manifesti il nome Jethro Tull. Voglio che sia chiaro. Siamo io, Clive e Jonathan e la Martin Barre Band con qualche ospite a sorpresa. Sarà una serata per celebrare la storia dei Jethro Tull, la musica che io ritengo importante.”

 

L’intervista integrale a Martin Barre è tratta da Prog Music 22.

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