In questa rubrica troverete i dischi che hanno cambiato la vita e la carriera di chi li ha incisi. In molti casi hanno cambiato anche la nostra vita, di appassionati, di collezionisti, di semplici curiosi.
Anche per i Camaleonti vale il discorso fatto per tanti artisti presenti in questa rubrica: un esordio avvenuto in sordina, senza troppa grancassa. Il gruppo, qui nella storica formazione a cinque (Riki Maiocchi chitarra e voce, Gerardo Gerry Manzoli basso, Paolo De Ceglie batteria e gli inamovibili Livio Macchia alle chitarre e voce e Antonio Tonino Cripezzi all’Hammond), pubblica infatti il proprio singolo d’abbrivio per la Kansas, sottoetichetta insieme alla Fantasy del Clan Celentano.
La label, fondata qualche mese prima da Domenico Serengay e Miki Del Prete e sorta a Torino dalle omonime edizioni musicali, pubblica il 45 giri del complesso (Ti saluto/Ti dai troppe arie), senza alcun battage pubblicitario; in copertina un disegno anonimo e un po’ sciatto di cinque camaleonti (!) su sfondo rosso. Ed è un peccato, anche perché la musica e la preparazione del quintetto viaggiano su livelli abbastanza poco ordinari per la media standard del periodo; l’unico punto debole – come già ravvisato in altre schede – risiede nella risibilità dei due testi, in special modo quello di Ti saluto, brano di composizione totalmente italiana (il retro infatti è la cover di Really Mistified dei Merseybeats).
Fallito l’obiettivo, la Kansas manda sul mercato il secondo quarantacinque giri del complesso, Sha… la la la la/Tu credi in me: quinto singolo dell’etichetta ma primo successo per i Camaleonti, segno che l’appuntamento con la popolari tà non era stato cancellato, ma solo procrastinato di qualche mese
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