Martedì 25 giugno è andato in onda su Rai 2 uno speciale su Woodstock, in occasione della ricorrenza dei cinquant’anni della manifestazione che si svolse a Bethel nel 1969. Carlo Freccero ha scelto come conduttrice e rappresentante della trasmissione (nonché dello stesso festival) Rita Pavone. Il programma è stato un grandissimo flop: soltanto da 350mila persone l’hanno guardato, con il 2,4 di share.
C’è da dire, però, che i presupposti già prima che venisse trasmesso, non erano dei più rosei. Infatti Rita non sembrava proprio il volto più adatto per rappresentare questa ricorrenza dopo i suoi insulti a Greta Thunberg (definita “una bambola horror”) e al consiglio rivolto ai Pearl Jam di “farsi i fatti loro” riguardo ai porti aperti e ai migranti. Non è comunque da giustificare la pressione psicologica e i commenti negativi a priori che si sono scatenati sui social, la stessa cantante de Viva la pappa col pomodoro dichiara:
Questa è una forma di bullismo. Esistono varie tipologie di bullismo: quello di chi ti picchia, quello di chi ti insulta, e quello di chi ti giudicA che andrà malissimo, che tu non vai bene, che sei sbagliata. Io me ne sono fregata e mi sono divertita comunque. Comunque, ho ricevuto anche dei bei tweet e tanti complimenti da parte di persone che fanno questo mestiere. Mi dispiace per Rai2, questo sì. Stavolta ho chiesto scusa a me stessa per non averci creduto di essere abbastanza.
Ma veniamo ai problemi riguardanti il programma in sé per sé: Rita è impeccabile nella sua versione di I Put a Spell on You ma il contorno dello studio arredato in stile anni ’70 e riempito uno schieramento di giovani “figli dei fiori” è troppo artificioso e una durata di quattro ore di trasmissione si può concedere (forse) solo a Sanremo. In più la Pavone sembrava veramente poco spontanea e partecipe, probabilmente neanche lei ci ha creduto abbastanza…
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