Chi si ricorda del Tefifon, la perfetta variante del giradischi?

All’inizio degli anni 50, sulle pagine del «Radiocorriere», organo ufficiale della neonata Rai ma anche punto di riferimento per gli appassionati di apparecchi radiofonografici, apparve la pubblicità di un apparecchio “nuovo”, che permetteva che permetteva l’ascolto di brani musicali per oltre 60 minuti consecutivi e “senza fruscio”: si chiamava Tefifon e nell’annuncio si dichiarava anche la disponibilità di tante canzoni riproducibili tramite apposite cartucce.

In cosa consisteva, in pratica, il Tefifon? Una semplice definizione potrebbe essere quella di “variante del giradischi". L’apparecchio si presentava più o meno come una classica fonovaligia giradischi, ma anziché avere il braccio con la testina magnetica, puntina e disco rotante, sulla superficie montava un supporto per la cartuccia e un alloggiamento nel quale trovavano posto i dispositivi di lettura delle informazioni. La cartuccia ricordava, nella forma, un piccolo rasoio elettrico e conteneva un nastro in materiale plastico, avvolto a spirale all’interno della cartuccia e a ciclo continuo.

La curiosità consiste nel sistema di lettura: invece di testine e registrazioni magnetiche, sfruttava una serie di veri e propri solchi fonografici, identici a quelli normalmente utilizzati per realizzare i dischi. In pratica, il nastro non era altro che un disco tradizionale che anziché venire stampato sul classico vinile di forma circolare veniva disposto su un unico nastro di materiale plastico che si “arrotolava” nella cartuccia. La riproduzione avveniva tramite una puntina e una testina fonografica disposta verticalmente all’interno dell’alloggiamento, che conteneva anche il meccanismo di trascinamento. Sul nastro di plastica, largo un paio di centimetri, venivano incisi diversi solchi che venivano letti sequenzialmente, spostando la puntina del fonorivelatore lungo il supporto: lo stesso principio che qualche anno dopo sarebbe stato adottato sulle testine per la lettura dei nastri magnetici delle cartucce STEREO 8, brevettate dalla RCA.

Ma il successo non fu esaltante: il pubblico continuava a preferire il disco tradizionale, mentre le grandi case discografiche, diffidenti verso il nuovo formato, trovavano più conveniente e meno rischioso continuare a stampare e distribuire la musica attraverso l’ormai consolidato 78 giri.

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