Il 45 giri più raro al mondo!

Mercoledì 16 marzo 1977. Sei giorni esatti. Tanto bastò ai dirigenti della A&M per dare il benservito ai Sex Pistols, annullare il contratto stipulato il giovedì precedente, e non volerne più sapere nulla. Una crisi di rigetto talmente acuta da far sembrare un’eternità quei tre mesi che Rotten e soci impiegarono per farsi cacciare anche dalla EMI. Morale? I quattro ragazzacci entrarono nella leggenda grazie alla più permissiva Virgin Records, e quasi tutte le 25.000 copie del singolo GOD SAVE THE QUEEN che la A&M aveva stampato per lanciarli in grande stile vennero incenerite senza pietà, master compresi.

I Sex Pistols iniziarono a combinare guai dal primo giorno in cui misero piede nella multinazionale A&M, ma erano troppo importanti per essere puniti severamente, i Pistols lo sapevano bene. La sera del 10 marzo 1977 infatti, John, già condannato nel pomeriggio a 40 sterline di multa per possesso di anfetamina solfato, trascinò Sid e il suo amico Jah Wobble allo Speakeasy Club. Andò a finire che dopo essere stati insultati da tutti i presenti, compresi i musicisti della band che stava suonando, i due persero la trebisonda e alle 3 del mattino Sid, brandendo torvo un boccale di birra, non trovò nulla di meglio da fare che minacciare di morte la persona sbagliata: tale Bob Harris, noto musicista-dj nonché amico del famoso avvocato Philippe Roberge, a sua volta sodale fraterno di Dee Anthony, guarda caso numero due della A&M e diretto responsabile di tutti i suoi artisti di maggiore successo, tra cui il miliardario Peter Frampton. Sid questo ovviamente non poteva saperlo, aveva semplicemente reagito contro chi lo aveva offeso per tutta la notte, ma ciò non toglie che il giorno dopo, venerdì 11 marzo, il management dei Pistols ricevette una sgradevolissima raccomandata dallo studio legale di Roberge, e lì cominciarono i guai seri

Comunque sia, inizialmente il manager della A&M Derek Green annuì comprensivo a McLaren, anche perché a conti fatti era stato lui a voler scritturare i Pistols, eppure, tra quel venerdì 11 marzo in cui God Save The Queen andò in stampa e il successivo epilogo della vicenda, qualcosa fece saltare la sua tolleranza. In particolare, una telefonata ai due boss supremi della A&M Herb Alpert e Jerry Moss, che da Los Angeles gli consigliarono senza mezzi termini di sbarazzarsi immediatamente di quei quattro teppisti. Alle 14 in punto di mercoledì 16 marzo 1977, Green e i suoi avvocati comunicarono la sentenza a un incredulo Malcom McLaren, e alle 18.30 la notizia fu diramata alla stampa:

Da questo momento non ci sarà più alcuna associazione tra la A&M e i Sex Pistols. La pubblicazione del loro singolo prevista entro questo mese è da ritenersi annullata

La A&M avrebbe saldato al gruppo le 25.000sterline previste dal contratto, le rimanenti 25.000 definendole ironicamente “il premio per una settimana di sbronze”, e distrusse ogni traccia del loro passaggio.

GOOD SAVE THE QUEEN targato A&M diventò un sacro Graal del collezionismo, e le sue contraffazioni avrebbero abbondantemente superato il numero degli originali in circolazione. Un solo consiglio: se per caso scopriste di averne una copia, guardate attentamente se la matrice sul trailoff è scritta a mano, e se intorno all’etichetta c’è una zigrinatura. Nel qual caso, potreste davvero togliervi molte e gustose soddisfazioni

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John N. Martin

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