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LED ZEPPELIN II: il disco che è rimasto nella storia

Com’è avvenuta la realizzazione di LED ZEPPELIN II? Ve lo raccontiamo noi con l’aiuto di Jimmy Page, ecco il video

Composto da materiale basato su idee nate nelle stanze d’albergo, lavorate nel corso dei sound check e delle prove e messe alla prova nelle bollenti improvvisazioni live, LED ZEPPELIN II (come Page aveva già deciso si sarebbe chiamato) sarebbe divenuto il disco anni 70 on the road per eccellenza, pieno della folle esuberanza di un gruppo capace di cogliere un groove che a distanza di 50 anni crepita ancora di pura energia.

E anche se fu prodotto in una miriade di luoghi diversi, il sound ottenuto aveva una qualità tridimensionale mai raggiunta prima su disco – impresa ancora più considerevole, se si pensa al modo folle in cui il gruppo si accinse alla sua realizzazione. Il tecnico del suono di tutte le sessioni, l’americano Eddie Kramer, che l’anno prima aveva lavorato con Hendrix su ELECTRIC LADYLAND, ricordava le registrazioni “da battaglia”, realizzate in ogni studio in cui si era trovato. Alcuni degli assoli di Jimmy, disse, furono registrati nel corridoio.

I risultati finali furono mixati in soli due giorni negli studi A&R di New York, “usando la consolle più primitiva che possiate immaginare” .“Era tutto sparso – certe cose furono fatte a Londra, altre per strada – avevano un furgone pieno zeppo di nastri”, ricorda Kramer. “Ricevetti una telefonata dal loro ufficio a NewYork: ‘I ragazzi sono in città e vogliono sapere se ti andrebbe di aiutarli a mettere assieme questo disco’”. “L’obiettivo era la sinestesia”, disse Page: “Creare immagini con il suono”. Erano solo a metà di quello che sarebbe stato l’anno più indaffarato delle loro vite, e il volo dello Zeppelin era appena iniziato.

Ecco le parole del chitarrista Jimmy Page a proposito della realizzazione di LED ZEPPELIN II:


Il resto del racconto e tante altre curiosità su Classic Rock n.83, dal 27 settembre in edicola e sul nostro store online

Mick Wall

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Mick Wall

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