L’opera è stata edita dalla Rizzoli nella collana Lizard, diretta da Simone Romani, che ha fortemente voluto l’operazione. A curare il tutto c’è Mino Profumo (uno dei maggiori storici sui Genesis e collaboratore di «Prog» Italia) con Jon Kirkman. Nell’opera ci sono contributi scritti e fotografici di grande valore, di Armando Gallo, Serge Morissette (direttore artistico dei canadesi Musical Box, la tribute band dei Genesis più apprezzata a livello internazionale), Steve Hackett, Carlo Massarini e Marcello Cirese (altro collezionista di livello, che ha messo a disposizione alcune immagini dalla sua collezione). Da segnalare l’intervento di Aubrey Powell dello studio Hipgnosis, che ha condiviso per la prima volta otto pagine di appunti che Gabriel gli scrisse per guidarlo nella realizzazione della copertina del disco.
Di seguito una piccola intervista a Mino Profumo, uno dei curatori di “Genesis – The Lamb” nonché uno dei maggiori storici sui Genesis:
-Quando nasce il tuo amore per i Genesis?
Nel dicembre 1974, ascoltando Supersonic – Dischi a Mach-2 (RAI) alla radio nella mia camera. Ricordo che il conduttore preferiva Carpet Crawlers a Counting Out Time, lato A del singolo secondo la casa discografica. Quando Carpet uscì come facciata A del 45 giri italiano in copertina c’era la dicitura: “un successo di Supersonic”. Comprai la musicassetta anche se non avevo ancora un impianto vero. La mia parabola si conclude stasera con la pubblicazione di questo book. Chi lo avrebbe mai detto?
-L’idea del libro?
È stata di Simone, grande fan di THE LAMB, perché a suo giudizio non esisteva nulla che desse l’idea della sua grandiosità, compresa quella del relativo tour, tranne in parte il libro autoprodotto di Jon Kirkman, che infatti è coautore di questo, però non volevamo realizzarne semplicemente l’edizione italiana. Così è stata raccontata una storia più completa, impossibile andare oltre. Kirkman aveva il contatto di Powell, che, stimolato, riuscì a scovare le foto e il manoscritto di Peter.
-Sembra paradossale che gli unici a non apprezzare pienamente l’album ormai siano gli stessi Genesis, con o senza Gabriel.
Perché fu concepito quando c’era una spaccatura all’interno del gruppo.
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