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Esce oggi il nuovo numero di PROG

Il 4 dicembre 2014 uscì il numero 0 di «Prog Italia» con in copertina Francesco Di Giacomo, scomparso il 21 febbraio di quello stesso anno. Nel 2019 lo abbiamo ricordato con il 33 giri inedito LA PARTE MANCANTE, realizzato insieme a Paolo Sentinelli, pubblicato per l’anniversario dei cinque anni dalla morte e distribuito, solo nelle edicole, da Sprea Editori.


A febbraio «Prog Italia» non esce, essendo bimestrale, ma dovevamo salutarlo in qualche modo per l’anniversario dei dieci anni, così ho coinvolto per l’articolo a lui dedicato, che apre la rivista, alcune persone con cui Francesco ha condiviso tanto: Gianni e Vittorio Nocenzi, con cui ha vissuto la storia del Banco Media partner del Mutuo Soccorso, Antonella Caspoli, che ha amato e
sposato, persona che mi ha permesso di rendere reale LA PARTE MANCANTE, Paolo Sentinelli, pianista e compositore della musica di quel disco bellissimo (nel 2019 entrò nel lotto dei tre finalisti della Targa Tenco come miglior album dell’anno) e Andrea Satta dei Têtes de Bois, artista e in podcast su particolarmente vicino a BIG. Ho preferito lasciare spazio a loro, perché io ogni due mesi posso appuntare le mie emozioni sulla “nostra” rivista…

La coverstory di questo numero è dedicata a un poker “d’assi” musicalmente S-T-R-A-T-O-S-F-E-R-I-C-O, e la definizione, visto che c’è anche l’esplosivo CAUTION RADIATION AREA degli Area di Demetrio Stratos, è decisamente adatta... e i suoi compagni non sono da meno, anche se molto diversi per rappresentare al meglio quel magico 1974, ovvero L’ISOLA DI NIENTE (PFM), CONTRAPPUNTI (Le Orme) e GENEALOGIA (Perigeo).

Per un amico che non c’è più...
Il 26 febbraio il cuore di Ernesto Assante ha smesso di battere, quel cuore che lui ha spinto a mille in moltissime, troppe, accelerazioni. L’ho conosciuto nel 1978, quando gli ideali erano quasi tutto per entrambi: non li abbiamo mai nascosti, però senza farli diventare barriere ideologiche a prescindere. In più di 45 anni abbiamo condiviso tante vicende: belle e bellissime, brutte e anche brute... dalle radio indipendenti alle iniziative targate «la Repubblica», dal Festival di Sanremo ai concerti alternativi.

Dopo il 26 hanno parlato di te persino troppo, trasformandoti quasi in un “santino”, che per primo probabilmente avresti preso in giro. Non eri perfetto, d’altronde chi lo è? Però avevi una curiosità pazzesca e ti lanciavi, pure senza paracadute, in avventure apparentemente assurde, che avrebbero spaventato molti. Musicalmente siamo stati a volte in profondo disaccordo, ma sempre in modo ironico e gentile, impossibile per noi due usare toni troppo conflittuali... 

Giovedì 29 sono andato all’Auditorium Parco della Musica per l’ultima e laica occasione d’incontrarti, già sicuro di non riuscire a entrare. Era troppo grande l’affetto delle persone nei tuoi confronti per contenerlo nei 300 posti del Teatro Studio... però volevo esserci per darti un ultimo e affettuoso saluto “fisico”.

Ho aspettato fino alla fine, così quando le persone sono uscite io sono entrato. Ho toccato la bara con una mano, rimanendo in silenzio per qualche secondo, mentre risuonavano le note di Won’t Get Fooled Again degli Who. Non sono una persona religiosa e, come sai, credo poco agli spiriti... ma ti ho “sentito” mentre mi dicevi, come sempre e con voce gioiosa: “Compagno Bellachioma”... eri ormai l’unico a chiamarmi in questo modo. Sì, compagni di vita!

Concedetemi di dedicare questo numero di «Prog Italia» al mio amico Ernesto... Un abbraccio a tutte/tutti dal profondo del cuore

Guido Bellachioma bellak@alice.it • www.progressivamente.com

Mila Spada

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