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TONS OF SOBS: il disco dei Free mai stampato in Italia

TONS OF SOBS, uno dei dischi più caratteristici del percorso dei Free, esce nel 1968 ma purtroppo non arrivò mai in Italia. Ecco la sua recensione.

La mutevole scena musicale inglese comprende e influenza la corrente rock-blues, che raggiunge il suo apice di popolarità all’indomani della fine dei Cream. Se Clapton e compagni sono stati i primi a rinnovare i vecchi schemi, influenzando anche un certo Jimi Hendrix, questa mutazione ha generato band orientate verso una sensibilità di stampo underground. Tra queste Groundhogs, Fleetwood Mac, Ten Years After, Graham Bond, Savoy Brown, Brunning Sunflower Blues Band e persino i Jethro Tull e i Led Zeppelin della prima ora. In questo ambito, anche i Free di TONS OF SOBS tracciano delle ferree linee di confine tra il vecchio e il nuovo british blues con brani di alto spessore, dotati di una fertile aggressività e da un suono aspro ma asciutto.

L’impianto sonoro che i Free riescono a realizzare non lascia spazio a momenti deboli. La corposità di un pezzo come Worry e la solidità di Goin’ Down Slow, unitamente all’intensità di I’m A Mover e a The Hunter, esondano e demoliscono le formule fin qui conosciute.

Anche le altre cinque tracce che completano il disco non concedono attimi di sosta e risultano prive di sbavature. Il caratteristico timbro vocale di Paul Rodgers e le profonde convinzioni acid/blues di Paul Kossoff hanno le spalle grosse e creano un argine con un suono duro e sfrontato. L’esordio è fantastico. Il primo ellepì tocca le parti più intime e le forme più svariate del rock blues fino a sconfinare in partiture hard, non dissimili da quelle adottate dai Led Zeppelin. E la stampa britannica esalta i quattro giovani musicisti. Il disco viene registrato nei Morgan Studios di Londra e viene prodotto da Guy Stevens. In studio c’è l’apporto di Steve Miller al piano. Pubblicato dalla Island nel novembre del 1968, ha nella prima tiratura l’etichetta rosa con l’occhio, ovvero la cosiddetta “pink eye Island label” (ILPS 9089; €350), mentre In Italia, con grave rammarico, non viene proprio pubblicato. Solo di recente (nel 2017) è stata messa in circolazione una stampa dalla De Agostini per la collana “Blues in vinile”, in una confezione che comprende anche un libretto fotografico di otto pagine.

L’articolo completo con gli approfondimenti lo trovi all’interno di Vinile 24, in edicola e in digitale.

Franco Brizi

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Franco Brizi
Tags: discoFree

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