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Richie Havens: il folk singer che aprì il festival di Woodstock

Sono passati esattamente 7 anni da quando un pezzo della storia di Woodstock e della folk music ci ha lasciati. Stiamo parlando di Richie Havens, il primo a salire sul palco del festival.

Il 22 aprile del 2013 ci lasciava Richie Havens. La scena folk rock internazionale perse un esponente di grande spicco. Già, perché Havens non fu solo un cantautore e chitarrista come tanti, ma riuscì a scrivere un capitolo importante della storia della musica lasciando il proprio segno durante una manifestazione musicale epocale come fu Woodstock 1969

Torniamo indietro di qualche anno: era il 1957 e Richie aveva solo 16 anni quando iniziò a cantare in un coro gospel del suo quartiere della Grande Mela. Durante la sua giovinezza iniziò a ricercare stimoli artistici sempre nuovi, non più solo legati al mondo della musica ma anche a quello della poesia e delle arti visive. Insomma, Havens era una vera e propria spugna che cercava di assorbire tutto ciò che accadeva in torno a lui per farlo suo e rielaborarlo in chiave artistica. Fu seguendo questa sua inclinazione naturale che iniziò a suonare la chitarra, per esprimere una parte di sé ancora nascosta.

Il folk singer catturò il pubblico con questa sua vena artistica così spiccata e, dopo il primo singolo del 1967, NO OPPORTUNITY NECESSARY, NO EXPERIENCE NEEDED, la sua carriera musicale spiccò il volo con altri cinque titoli pubblicati in soli due anni (due dei quali furono però titoli non autorizzati). 

Presto arrivò la fama per Havens che si ritrovò, solo pochi anni dopo il suo esordio come cantante e musicista, a calcare un palco che si sarebbe rivelato fra i più iconici della storia. Venerdì 15 agosto 1969, dalle 5 alle 7 del pomeriggio, Havens si esibì sul palco di Woodstock aprendo ufficialmente uno dei più grandi festival musicali del secolo scorso. A Richie fu chiesto di continuare a suonare anche quando il suo tempo sul palco era scaduto perché alcuni artisti, che avrebbero dovuto esibirsi dopo di lui, erano fermi nel traffico e sarebbero arrivati con molto ritardo. Un imprevisto che diede a Havens la possibilità di dimostrare al pubblico di che pasta fosse fatto. E il pubblico ringraziò: la carriera dell'artista fece un sorprendente balzo in avanti dopo l'esibizione a Woodstock. 

Il momento più straordinario dell'esibizione di Havens fu la creazione, sul momento, di una canzone completamente nuova che sarebbe diventata, poi, la sua Freedom. Dopo ore di concerto, Havens aveva finito le canzoni da proporre al pubblico dal suo repertorio ma non si scoraggiò e, prendendo solo un po' di tempo fra un cambio microfono e chitarra, improvvisò un nuovo brano sulla base di un vecchio canto della tradizione spiritual risalente all'epoca della schiavitù afroamericana. 

Un artista in grado di reggere la pressione di un palco così importante e di improvvisare in un momento così delicato merita, di certo, di essere inserito nell'Olimpo del folk rock.

Alessia Marinoni

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