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Quando Diana Ross cantò per Nelson Mandela

Come dice la canzone Ain't No Mountain High Enough, non ci sono montagne che Diana Ross non possa scalare. Neppure l'enorme ostacolo del razzismo. 

Non ci sono dubbi: Diana Ross è stata la prima diva della black music. Capostipite delle donne manager nel pop, e considerata dal Guinness dei Primati l'"artista femminile di maggior successo di tutti i tempi". Oggi alle sue spalle ha una nomination agli Oscar, 12 Grammy, due stelle sulla Walk of Fame, nonché il primato di dischi venduti negli Stati Uniti (cento milioni). Insomma, Diana Ross ci ha dimostrato che nulla è impossibile, neanche per una ragazza proveniente dal ghetto nero di Detroit. 

Certo, l'artista, fin dalle origini della sua carriera, dovette fare i conti con il razzismo che negli anni Sessanta ancora permeava l'ambiente (vi abbiamo raccontato in questo articolo alcuni degli episodi di razzismo che avevano coinvolto Ella Fitzgerald). Fu Berry Gordy, il cui obettivo era "togliere i ragazzi neri dalle strade, facendoli entrare da una porta come sconosciuti e uscire dall'altra come star" a scoprire il talento di Diana. E proprio con lui e la sua casa discografica, la Motown Records, Diana raggiunse il successo con le Supremes

Oggi, la cantante è il simbolo per eccellenza del riscatto sociale degli afroamericani. Un momento fondamentale della sua carriera avvenne nel 1998, quando per la prima volta si esibì in Sudafrica, a Johannesburg. Tra le 15.000 persone che la ascoltavano c'era anche il Presidente della nazione, Nelson Mandela

Fino a quel momento, Diana Ross si era sempre rifiutata di esibirsi in Sudafrica, per via del forte razzismo che vi imperava. Mandela era però riuscito in un'impresa che sembrava impossibile: porre fine al regime di apartheid. Così, nel '94, era diventato il primo Presidente di colore del Paese. Fu proprio lui a chiedere a una delle artiste afroamericane più famose a livello internazionale di cantare in occasione dell'inaugurazione del nuovo stadio. Perciò, quando la cantante si esibì a Johannesburg, tra i fan accorsi ad ascoltarla c'era anche lui. Il giorno precedente infatti aveva dichiarato:

Ormai vado molto raramente ai concerti, ma domani ci sarò. 

Dopo il concerto, la cantante fu invitata ad andare a trovare Mandela direttamente a casa sua. Qui, trovò un gran numero di fotografi ad attenderli. Ci fu una canzone, in particolare, che Diana Ross dedicò al Presidente sudafricano: Only Love Can Conquer All. Il brano sintetizza alla perfezione il movimento di protesta pacifico messo in moto da Nelson Mandela, che era riuscito a smantellare un sistema di segregazione razziale che perdurava da decenni. 

They tell us it's better
That people should stay with their own kind
Divided by colour, afraid to be hurt by the other (yeah)
What if we try talking
We'll see we're the same on the inside
Can't let it, can't let hatred rule
Let your love in
Only love can conquer all
Only love can break down the walls
Parole forti e decise, cantate da una donna che per tutta la sua vita cercò di abbattere le barriere che ancora oggi, purtroppo, spesso dividono gli uomini in base al colore della pelle. Parole che si rivolsero dritte al cuore di Nelson Mandela.

Ancora oggi Diana Ross ha molto da dire:

Sono ancora comunque una “Cenerentola Nera” che si batte per la sua gente. Anche se oggi sono famosa, so bene cosa significa essere neri in America e non avere nulla.

Sono molti i fatti di attualità che ci fanno capire quanto le parole della cantante siano ancora necessarie. Parole che, ricordiamo bene, vengono da una ragazza del ghetto di Detroit che con la sua voce ha incantato il mondo intero

Ilaria Aceto

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Ilaria Aceto

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