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Quella canzone che costò agli AC/DC 250.000 dollari

Quando pubblicarono il loro album DIRTY DEEDS DONE DIRT CHEAP, gli AC/DC non sospettavano che uno dei brani sarebbe costato loro una causa legale e 250.000 dollari. Cosa accadde?

Gli AC/DC erani nati in Australia nel 1973, dai sogni di due fratelli di origine scozzese, Angus e Malcom Young. Angus era illustratore in una rivista, Malcolm lavorava in una fabbrica di reggiseni e aveva una sua band. Quando Angus imparò a suonare la chitarra (vi abbiamo parlato qui della sua celebre Gibson "diavoletto"), iniziò a esibirsi con il gruppo del fratello. Poi, però, avevano deciso di fondare una band tutta loro. 

L'idea sul nome da dare alla band era arrivata dalla sorella dei due che, leggendo le lettere AC/DC - corrente alternata/corrente continua - sulla confezione di un elettrodomestico aveva pensato che sarebbe stato un ottimo nome per un gruppo rock. 

Avevano trovato la loro voce, Bon Scott, quasi per caso. Anche lui immigrato scozzese, aveva quasi dieci anni in più dei fratelli Young. Si era ritrovato a fare l'autista per la band, e quando aveva sentito i fratelli discutere sulla necessità di trovare un nuovo cantante (il precedente era Dave Evans), si era proposto per quel ruolo. Con l'aggiunta di Phil Rudd alla batteria e Mark Evans al basso la band era al completo. 

Questa era la formazione del gruppo nel 1976, quando uscì l'album DIRTY DEEDS DONE DIRT CHEAP, che conteneva due di quelli che sarebbero poi rientrati tra i loro pezzi più famosi: l'omonimo Dirty Deeds Done Dirt Cheap e la ballata Ride On. All'epoca, nonostante avessero firmato un contratto con la Atlantic Records, gli AC/DC andavano in tour ancora come supporto di band quali i Kiss e gli Aerosmith. Il disco raggiunse comunque un discreto successo, anche se la casa discografica aspettò il 1981 a pubblicarlo negli Stati Uniti, non ritenendo il sound dell'album adatto agli USA.

Il nome dell'album si ispirava a un cartone animato che Angus era solito guardare da bambino: Beany e Cecil. Uno dei personaggi del cartone, infatti, Dishonest John, andava in giro con biglietto da visita che recitava: "Dirty deeds done dirt cheap", "lavori sporchi a basso prezzo"

Di sicuro, quando pubblicarono l'album, gli AC/DC non si immaginavano che il brano omonimo li avrebbe fatti finire nel mezzo di una causa legale. Nel pezzo Dirty Deeds Done Dirt Cheap, infatti, la band si rivolge direttamente agli ascoltatori, invitando tutti coloro che hanno problemi con qualcuno a contattarli per "lavori sporchi a basso prezzo". Lasciano poi un numero di telefono inventato: 36 24 36

If you're havin' trouble with the high school head
He's givin' you the blues
You want to graduate but not in 'is bed
Here's what you gotta do
Pick up the phone
I'm always home
Call me any time
Just ring
36 24 36 hey

Molti fan però interpretarono l'hey che segue al numero come un "eight", "otto", ottenendo così un vero numero di telefono. Ovviamente, la band non si era preoccupata di sapere se quel numero fosse attivo o meno, e certamente non si immaginava che centinaia di ragazzi avrebbero provato a chiamarlo

Il numero apparteneva però a una coppia di Libertyville, Norman e Marilyn White, che si trovarono più volte a dover rispondere a chiamate indesiderate, spesso oscene. E che perciò decisero di passare alle vie legali: intentarono al gruppo una causa per molestie. Il giudice diede a ragione alla coppia: gli AC/DC furono costretti a pagare 250.000 dollari

Ilaria Aceto

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Ilaria Aceto

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