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“Io odio i Pink Floyd”: Johnny Rotten, il punk e quei rivali da spodestare

Volete sapere perché Johnny Rotten dei Sex Pistols scrisse "I HATE" sulla sua maglietta dei Pink Floyd? 

L'immagine divenne celebre in pochissimo tempo. Nel 1975 Johnny “Rotten” Lydon andava in giro con una maglietta gialla dei Pink Floyd su cui aveva scritto a penna le parole “I hate” - e fu proprio questa maglia a farlo notare da McLaren, futuro produttore dei Sex Pistols.

Non è che odiasse il gruppo britannico, ma Johnny rappresentava il movimento punk che in quegli anni sarebbe cresciuto e avrebbe raggiunto il suo momento più brillante proprio con i Sex Pistols. Indovinate chi era il perfetto rivale da spodestare? Il classic rock. E i Pink Floyd ne erano i mostri sacri, i "dinosauri".

Per la prima volta, almeno secondo i nuovi artisti che emergevano negli anni Settanta, i Pink Floyd non si trovavano in armonia con il loro tempo. Con il punk in ascesa, pronto a scardinare tutto ciò che era confortevole, Roger Waters e i suoi rappresentavano un bel reperto del rock inglese, da mettere da parte per fare spazio a nuove spinte endogene.

Ma scendiamo nei dettagli. Nel febbraio del 1977 i Pink Floyd pubblicarono l'album ANIMALS, subito dopo WISH YOU WERE HERE e prima di THE WALL. L’album fu molto ascoltato, ma indubbiamente non raggiunse il successo degli altri due. E questo è da imputare proprio a quella discordia con il pubblico.

ANIMALS – in questo articolo la storia della sua copertina - fu un album complesso, definito cupo e amaro, straziante, implacabile e iconoclasta. Gli animali del titolo – Dogs, Pigs, Sheeps – non sono altro che le classi sociali rappresentate crudamente (serve esplicitare il riferimento alla Fattoria degli animali di Orwell?). Dogs saranno quindi gli arrampicatori sociali, Pigs sono gli sfruttatori, gli uomini d’affari, i personaggi politici, e Sheeps i deboli e manipolabili.

Un album importantissimo, che sradicava le strutture sociali con acume e sottigliezza. Eppure, non era questo il modo di fare che avrebbe preso piede invece, poco dopo, con il punk più feroce.

Claudia Marzetti

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