Nel 1974, i Kiss esordirono con una doppietta di album. Uno a distanza di otto mesi dall'altro. Il primo portava il nome del gruppo, il secondo invece un titolo di fuoco: HOTTER THAN HELL.
Per i quattro ragazzi era solo l'inizio. Siamo ancora lontani da brani come I Was Made For Lovin' You, Rock and Roll all Nite, Forever e Detroit Rock City (da cui fu tratto l'omonimo film cult del 1999 che vide i musicisti apparire in un cameo).
I demoni del rock 'n roll stavano tracciando ancora la loro strada e HOTTER THAN HELL contribuì a enfatizzare quell'immagine che si stavano costruendo. Cosa c'era di meglio, quindi, che presentarsi al pubblico con una copertina spiazzante?
La realizzazione della cover fu affidata al fotografo Norman Seef, un genio con un passato da neurochirurgo. Il servizio fotografico rispecchiò la sua pazza vena creativa, con uno scenario surreale dove campeggiavano donnine svestite e mobili sospesi.
Il risultato fu una copertina di grande impatto. Rispecchiava infatti lo stile manga, attraverso scritte in giapponese che riportavano i nomi dei membri e della band con l'aggiunta della parola "potenza". Il tutto su uno sfondo colorato e psichedelico con in primo piano una foto scontornata dei Kiss.
I retroscena della realizzazione non furono meno folli, soprattutto grazie al contributo del batterista Peter Criss e del chitarrista Ace Frehley. Il primo, a quanto si racconta, diede di matto e se ne andò dal set perché la casa discografica Casablanca non gli fece tenere nell'album un lungo assolo di batteria. Il secondo, invece, dopo una forte sbronza, fece un incidente in auto, rovinandosi il viso. Il volto sfregiato fu quindi ritoccato durante il servizio per non rendere visibili le ferite.
Insomma, non ci si può certo annoiare insieme ai Kiss, e forse il titolo dell'album li veste alla perfezione. Per citare la loro frase d'esordio durante i concerti:
You wanted the best! You've got the best! The hottest band in the world... KISS!
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