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Area: gli anni ’70 in cinque canzoni rivoluzionarie

La musica non ha solo una funzione intrattenitiva, ma è anche sperimentazione, riflessione politica e sociale e rivoluzione. Lo dimostrano gli Area, celebre gruppo progressive rock dalle sfumature jazz che ha cambiato la storia della musica. Scopriamoli in 5 canzoni!

 

Arbeith Macht Frei

Il loro album d'esordio del 1973 ha una forza inaudita e spiazzante, grazie a una title track dalle sonorità poliedriche e multiculturali. Il titolo richiama la triste insegna di numerosi campi di sterminio nazisti (Il lavoro rende liberi) e pone l'ascoltatore di fronte a una riflessione storica e consapevole.

La narrazione viene contestualizzata negli anni Settanta, attraverso uno sottotesto che si appella alla condizione dei lavoratori sfruttati dall'ingordigia del sistema capitalistico. Così la traccia è costruita su un fluido abbandono progressivo accompagnato da tromba e batteria e dalla voce indelebile di Demetrio Stratos 

Luglio, agosto, settembre (nero)

E sempre al Lato A di ARBEITH MACHT FREI appartiene un altro brano unico nel suo genere, il cui forte richiamo politico parla da sé. Luglio, Agosto, Settembre (Nero) è introdotto dall'esortazione in arabo di una ragazza palestinese che invita l'amato ad abbandonare le armi e la guerra per vivere con lei in un mondo di pace. E non può essere più pertinente un tale messaggio d'amore in seguito ai terribili eventi delle Olimpiadi di Monaco del 1972.

Lì, l'organizzazione terrorista palestinese Settembre Nero parlò al posto della sua Nazione, che non era stata invitata all'evento perché non uno Stato Sovrano. I terroristi irruppero negli alloggi israeliani, uccidendo undici atleti. E quel triste evento rimane nella storia musicale degli Area con una canzone dalle sonorità popolari macedoni, che non venne passata in radio per il titolo che portava. Il testo trasuda un'attualità di impellente esigenza comunicativa che la band non poteva ignorare.

Cometa Rossa 

Sei mesi dopo l'esplosivo ingresso in scena, gli Area pubblicano il loro secondo album CAUTION RADIATION AREA, fortemente sperimentale, prevalentemente strumentale e attraversato da una latitante minaccia atomica. 

Particolarmente originale e legata ai primi passi del gruppo è Cometa Rossa. Un brano dal sapore orientaleggiante, che mescola virtuosimi di tastiera ad arpeggi di chitarra, in voce a un inno poetico in lingua greca di Stratos, ancora una volta legato a un imprescindibile e illuminante messaggio di indipendenza. 

La mela di Odessa

Il 1975 porta con sé il terzo album del gruppo, CRAC!, simbolo onomatopeico di una rottura del Velo di Maya che offusca le menti collettive. In questo nuovo progetto, Stratos si appella a una musica parlata e commentata, accompagnata da un sound groove di sottofondo e da un preminente testo politico, che ancora una volta si rivolge al passato per parlare del presente. 

La mela di Odessa fa riferimento a un pittore dadaista di nome Apple, che nel 1920 dirottò una nave tedesca nel porto ucraino per poi farla esplodere durante le celebrazioni per la rivoluzione russa. In questo caso, l'inno poetico lascia spazio alla parola pura, diretta, forte e canzonatoria, dalla presa efficace. 

Gioia e Rivoluzione 

Chiudiamo con il brano probabilmente più amato e conosciuto degli Area. La voce inconfondibile di Stratos si accompagna qui a un potente inno di libertà di pensiero, che inornicia la parola come il più importante strumento di espressione intellettuale.

Un pezzo trainante, ritmico, da accompagnare con un esplosivo battito di mani a tempo per sancire un'unione di intenti ed emozioni sotto il segno della musica. E ancora una volta gli Area si testimoniano come una colonna portante dell'arte, votata alla passione e all'impegno

Francesca Brioschi

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