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La poesia di Tom Waits in 6 curiosità

Classe 1949, il cantautore Tom Waits riesce a tradurre ogni aspetto della quotidianità in poesia, con una voce profonda e uno stile eclettico che celebriamo in 6 piccole curiosità. 

 

L'ispirazione segreta di Bob Dylan 

Tom Waits si è sempre distinto per la sua profondità vocale, un ruggito poetico dal timbro gentile, che lui dice di aver scoperto dopo essere stato qualche mese in Messico. Sembra proprio che il menestrello del rock, Bob Dylan, abbia preso ad esempio questo stile cantautorale, facendolo proprio. Lo stesso Waits ha rivelato di essere l'ispiratore - segreto - di Dylan. 

La trilogia di Frank 

E, dopo aver esordito negli anni Settanta sotto la stessa etichetta di Dylan, l'Asylum Records, Tom colleziona una serie di successi, fino a incontrare la Island Records negli anni Ottanta. Questa mette sotto contratto tre album di fila di Tom, particolarmente ricercati e meglio conosciuti come La Trilogia di Frank, in omaggio a Frank Sinatra.

Tom si profila infatti come l'alter ego suburbano di Sinatra, che viviseziona il jazz con un tocco raffinato e postmoderno, attraverso l'originale uso di strumenti autoctoni. Così SWORDFISHTROMBONES (1983), RAIN DOGS (1985) e FRANKS WILD YEARS (1987) sono tre piccole perle discografiche. 

Il poeta dei vagabondi 

Non è un caso che siano i cani randagi bagnati dalla pioggia a ispirare RAIN DOGS. Perché in quelle anime nomadi e perdute Tom vi rivede coloro a cui ama rivolgersi e di cui ama cantare. La parte "sbagliata" della società, tiranneggiata dal fallimento del sogno americano, ma libera in una dimensione culturale beat e suburbana. Alcolizzati, drogati, prostitute, senzatetto e anime freak sono i destinatari del sound ruggente di Waits, "cantastorie nottambulo". Proprio lì, nell'atmosfera fumosa dei locali notturni losangelini, Tom ha imparato a riconoscere il dolore dietro lo sguardo di un avventore sconosciuto. 

L'amore per Bukowski e Kerouac 

La controcultura underground fa da sfondo alla narrazione di Waits, che non manca di rifarsi al brillante e controverso scrittore dalla bevuta facile, Charles Bukowski. Quest'ultimo proietta nelle sue composizioni il respiro pulp di una comunità artistica sotterranea. E Waits ne riprende il pensiero, per esempio in Orphansreinterpretazione delle poesie di Nirvana. Ma non solo, perchè Waits respira anche la libertà intellettuale di Jack Kerouac, a cui è dedicata in particolare Jack & Neal/ California Here I Come

Quando salì sul palco con Bruce Springsteen 

Dopo il prezioso album BLUE VALENTINE (1978), scrigno di Kentucky Avenue, Tom si lancia su HEARTATTACK AND VINE (1980) guidata da una traccia destinata a rimanere nella storia, Jersey GirlPassano cinque anni e quel brano viene preso sottobraccio dal Boss, Bruce Springsteen, che ne fa uno degli altarini della sua carriera. Così, durante il Born In The U.S.A. Tour i due musicisti suonano fianco a fianco sul palco e Bruce introduce Waits con le seguenti parole: "Diamo il benvenuto a uno dei migliori cantautori di sempre, Tom Waits."

Tom Waits anche...al cinema

Oltre a incarnare una matrioska musicale, intessuta dell'estetica di Neil Young, Captain Beefheart, Bob Dylan e Cole Porter, Tom è anche un volto da grande schermo. La dimostra la sua ricca carriera cinematografica, che vanta cinque film di Francis Ford Coppola, due di Terry Gilliam e tre di Jim Jarmusch, oltre a collaborazioni con Tony Scott, Robert Altman, Jack Nicholson, Roberto Benigni e anche i fratelli Coen. Insomma, l'eclettismo di Waits non si traduce solo in musica, dove spazia dal jazz, al blues, fino al rock e al valzer, ma anche in un inedito talento cinematografico.

Un artista indescrivibile, come lo definì Neil Young alla premiazione per la Rock and Roll Hall Fame. 

Francesca Brioschi

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